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Tribunale civile di Roma, sentenza del 13 maggio 2012 n. 8748 est. Mauro

Per la dichiarazione di apolidia è sufficiente provare che l'interessato non è riconosciuto come cittadino dalle autorità dello stato in cui hanno origine i genitori. Nella specie, il giovane nato in Italia, figlio di genitori croati, ha presentato una dichiarazione delle autorità croate in cui si afferma che non è compreso nelle liste dei cittadini croati.

2012-05-15T09:49:45+02:0015 Maggio 2012|Giurisprudenza italiana|

Corte Europea per i Diritti Umani, sentenza del 23.02.2012 Hirsi et al. v. Italia

Sono illegittimi i respingimenti in mare per violazione dei diritti umani fondamentali. Il processo ha origine dal respingimento da parte delle autorità italiane di circa 200 cittadini eritrei e somali, inclusi donne e bambini, intercettati in acque internazionali al largo di Lampedusa e successivamente ricondotti in Libia lo scorso 6 maggio 2009. La Corte ha accolto il ricorso di 22 ricorrenti condannando l’Italia per l’azione di refoulement in Libia commessa dalle autorità italiane, in violazione degli artt. 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) e 13 ( diritto ad un ricorso effettivo) della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, nonché dell’art. 4 del Protocollo aggiuntivo n. 4 alla Convenzione medesima (divieto di espulsioni collettive). Scarica la sentenza, disponibile in lingua francese e inglese (pulsante a destra) Ref.: ricorso n. 27765/09  

2012-02-23T14:19:23+01:0023 Febbraio 2012|Corte Europea per i Diritti Umani|

Corte Appello Venezia, decreto del 9 febbraio 2011 n. 475

La Corte di Appello di Venezia dichiara che i bambini affidati in Marocco con l’istituto della Kafalà rientrano fra i familiari ammessi al soggiorno in Italia in base alle norme applicabili ai cittadini comunitari e italiani. Le norme comunitarie in materia di soggiorno dei familiari dei cittadini dell’Unione Europea sono applicabili ai cittadini italiani per espresso rinvio della legge italiana (articolo 23 del decreto legislativo n. 30/2007 e articolo 28 del decreto legislativo n. 286/98). Nel caso di specie, la Corte dichiara tali disposizioni applicabili al genitore che ha doppia cittadinanza, italiana e marocchina, nei confronti del quale le competenti autorità marocchine hanno disposto il provvedimento della Kafalà, ritenuto assimilabile a quello dell’affidamento secondo il diritto italiano.

2012-01-22T23:01:37+01:0022 Gennaio 2012|Giurisprudenza italiana|

Corte di Cassazione Sez. I Civ., ordinanza del 28.12.2011 n. 29424

La disponibilità di accoglienza delle coppie non può essere condizionata né limitata in funzione delle caratteristiche del minore, poché l’adozione internazionale è prima di tutto uno strumento di solidarietà. Perciò non è idonea ad adottare un bambino la coppia che pone delle riserve tali da escludere bambini per la loro provenienza da genitori di religione diversa da quella cattolica, o di origine rom, o con difficoltà psichiatriche. 

2012-01-10T20:53:32+01:0010 Gennaio 2012|Giurisprudenza italiana|

Corte di Cassazione Sez. I Civ. – sentenza del 15.12.2011, n. 27069

Doppio cognome per il figlio riconosciuto dal padre successivamente alla nascita. Corrisponde all’interesse del bambino aggiungere il cognome paterno a quello originario della madre. In tal modo si intende garantire la tutela dell’identità personale, in relazione all’ambiente familiare e sociale di vita, anche non si prospetta la convivenza con il padre. Si tratta di affermare il diritto all’dentità della persona, anche quando è appena nata. La Corte richiama l’esigenza di essere se stessi, nella prospettiva di una compiuta rappresentazione della personalità individuale in tutti i suoi aspetti ed implicazioni, nelle sue qualità ed attribuzioni, il diritto alla propria identità, sottoposta ai medesimi mutamenti della personalità individuale (e quindi diritto “alla personalità” e alle condizioni che ne garantiscono lo sviluppo). Si dovrà dunque guardare al vissuto del minore, alla vita sua trascorsa, ma pure alle eventuali prospettive future.

2011-12-31T11:21:44+01:0031 Dicembre 2011|Giurisprudenza italiana|

Corte Costituzionale, ordinanza del 2 dicembre 2011 n. 326

Con la riforma della normativa sul rilascio del permesso di soggiorno alla maggiore età, il legislatore ha ripristinato la distinzione tra minori stranieri «non accompagnati» e minori stranieri «comunque affidati», prevedendo solo per i primi la necessità che siano ammessi a frequentare, per almeno due anni, un progetto di integrazione sociale e civile. Riferimenti normativi: Articolo 32 del testo unico sull’immigrazione, come modificato dal decreto-legge del 23 giugno 2011, n. 89 convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 129. Vedi il test

2011-12-04T19:39:51+01:004 Dicembre 2011|Giurisprudenza italiana|

Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Sez. IV, sentenza del 20 settembre 2011, A.A. c. Regno Unito

Contrasta con il principio di tutela della vita familiare previsto dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo l’espulsione del minorenne verso la Nigeria, pur a seguito della condanna a un reato grave. Ciò al fine di tutelare l’unità con la famiglia di origine, residente nel Regno Unito, nonché il suo positivo percorso di integrazione. Testo della sentenza in inglese (a lato)

2011-11-13T19:51:05+01:0013 Novembre 2011|Corte Europea per i Diritti Umani|

Corte di Cassazione, I Sezione Civile, sentenza del 1 marzo 2010 n. 4868

Il provvedimento straniero di Kafalà è riconosciuto dall’ordinamento italiano, ai fini del ricongiungimento familiare, ma non quando esso è disposto nei confronti del “affidatario” che abbia la cittadinanza italiana. La Corte sostiene che il ricongiungimento familiare del minore affidato con provvedimento di Kafalà possa essere realizzato solo dai cittadini stranieri, ai sensi dell’articolo 29 del Testo Unico sull’immigrazione e non, invece, da cittadini italiani in quanto a questi ultimi dovrebbe applicarsi esclusivamente la normativa italiana di cui alla legge n. 184 del 1983. Conforme: Corte di Cassazione, I sez. civile, sentenza del 23 settembre 2011 n. 1945.

2011-11-07T19:50:34+01:007 Novembre 2011|Giurisprudenza italiana|
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