Modulo 1

Partecipazione e ascolto del minore all’interno dei procedimenti

La partecipazione e l’ascolto del minore all’interno dei procedimenti

Come gestire gli incontri e ascoltare il punto di vista del minore

Introduzione

Questo modulo riguarda l’approccio dei legali negli incontri con i loro clienti minorenni, considerando anche l’ascolto del minore all’interno dei procedimenti giudiziari.

Le impressioni del minore durante il primo incontro possono influenzare notevolmente il suo grado di collaboratività nel fornire informazioni sul proprio caso, nonché la capacità e possibilità di consigliarlo e sostenerlo al meglio per il suo avvocato.

Risultati formativi

Al termine di questo modulo sarete in grado di:

  • Individuare le principali difficoltà che i legali si trovano ad affrontare per un corretto ascolto di un minore;
  • Identificare tecniche pratiche che possono essere usate per incontri faccia-a-faccia “a misura di minore”;
  • Comprendere cosa richiedono le leggi e le linee guida ai legali quando incontrano e ascoltano un minore.

La partecipazione dei minori di 18 anni al sistema di giustizia è un diritto sancito sia a livello internazionale che dal nostro ordinamento interno. Ciò discende direttamente dal fatto che tutti i minori sono riconosciuti come soggetti titolari di diritti al pari degli adulti e tali diritti vanno garantiti in termini sia procedurali che sostanziali.

Si tratta di un obiettivo tanto importante quanto delicato e complesso da raggiungere. La partecipazione concerne l’ascolto del minore, ma non si limita a questo, comprendendo anche ad esempio una corretta e completa informazione circa il funzionamento del sistema della giustizia, il diritto ad avere una rappresentanza in giudizio.

I minori sono persone in condizione di particolare vulnerabilità, per questo motivo sia la normativa internazionale che quella interna, nel riconoscere loro il diritto a partecipare al sistema di giustizia, prevedono in loro favore specifiche tutele e garanzie.

Garantire competenza: focus sul legale anziché sul minore

Le Linee Guida del Consiglio d’Europa per una Giustizia a Misura di Minore affermano quanto segue:

Le audizioni e la raccolta di dichiarazioni rilasciate dai minori dovrebbero essere effettuate, per quanto possibile, da professionisti qualificati. Si dovrebbe compiere ogni sforzo per permettere ai minori di addurre prove negli ambienti più favorevoli e nelle condizioni più adatte possibili, in considerazione della loro età, del loro grado di maturità e del livello di comprensione nonché delle eventuali difficoltà che potrebbero incontrare (par. 64).

In molti casi, il minore avrà bisogni complessi e per questo è importante che i legali lavorino adottando un approccio multidisciplinare, ricorrendo al supporto di altri professionisti chiave (come ad esempio psicologi infantili o specializzati in problematiche dell’adolescenza) al fine di rispondere ai bisogni essenziali dei minori e assicurare il benessere degli stessi, mettendoli nella posizione ottimale per poter dare istruzioni e fornire prove.

In questa sezione è possibile ascoltare il contributo di professionisti del sistema di giustizia quali un magistrato, degli avvocati, uno psicologo giuridico.

Seguono collegamenti alle principali fonti internazionali e nazionali in materia e un sintetico elenco di indicazioni utili per rispettare e valorizzare al meglio questo importante diritto.

L’ IMPORTANZA DELL’ASCOLTO

“L’ascolto del minore è un atto molto importante che permette di focalizzare la decisione nel senso dell’interesse del minore” Claudio Cottatellucci

…LE DIFFICOLTÀ….

“è difficile che un bambino o una bambina possa rispondere direttamente a una domanda se io prima non  ho dialogato con lui o lei a partire da quella che è la sua vita…” Gian Luigi Lepri

“la prima cosa che devo dare, a me e  al minore, è il tempo sufficiente a chiarire qual è il mio ruolo, il suo ruolo all’interno del procedimento e quali sono le possibili conseguenze legate al procedimento o le aspettative che lui può avere…” Elisabetta Pezzi

…I RISCHI…

“è più facile ascoltare il bisogno o l’interesse del bambino o della bambina tramite quanto ci riportano gli adulti di riferimento con lui o con lei in quel momento…” Gian Luigi Lepri

“Bisogna sempre stare attenti e chiarire che non sono le sue (del minore) parole quelle determinanti la decisione…i minori che sono convinti che le loro parole saranno risolutive sono minori schiacciati da una responsabilità…” Claudio Cottatelucci

LA RESTITUZIONE

“dopo l’incontro di restituzione dare un tempo, di pochi giorni, di feedback…. un feedback lasciato alla spontaneità del ragazzo; se non c’è io lo risollecito attraverso le figure adulte di riferimento o se è grande attraverso un suo diretto feedback…” Marco Grazioli

Principali fonti internazionali e nazionali sul tema

Fonti internazionali

  • Regole minime per l’amministrazione della giustizia dei minori adottate dall’ONU nel 1985 a Pechino
  • Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989
  • Le Regole dell’Avana del 1990 (regole per i minori privati della libertà)
  • Convenzione dell’Aja del 29 maggio 1993, in materia di adozione internazionale, ratificata in Italia con legge del 31 dicembre 1998 n. 476, in particolare art. 4
  • Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei minori del 1996
  • Carta europea dei diritti fondamentali del 7 dicembre 2000 nota come Carta di Nizza, in particolare art. 24
  • Regolamento CE 2201/2003, in particolare art. 23
  • Convenzione del Consiglio d’Europa del 2007 per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale nota come Convenzione di Lanzarote
  • Linee guida del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa su una giustizia a misura di minore, 17 novembre 2010
  • III Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti del fanciullo che stabilisce una procedura di presentazione di comunicazioni, adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre 2011
  • La Direttiva del parlamento Europeo e del Consiglio sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali, UE/2016/800

 Fonti nazionali

  • 145 c.c. (Intervento del giudice)
  • 315bis c.c. (Diritti e doveri del figlio)
  • 316 c.c. (Responsabilità genitoriale)
  • 337octies c.c. (Poteri del giudice e ascolto del minore)
  • 348 c.c. (Scelta del tutore)
  • 371 c.c. (Provvedimenti circa l’educazione e l’amministrazione)
  • 250 c.c. (Riconoscimento)
  • Legge 184/1983 (Diritto del minore ad una famiglia), in particolare artt. 4, 7 co.2, 10 co.5, 22 co. 6
  • DPR 448/1988 (Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di minorenni), in particolare artt. 1, 12.
  • 112/2011, n.112 (Istituzione dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza)
  • Codice deontologico forense, in particolare art. 56
  • Linee guida deontologiche per lo psicologo forense del 1999
  • Carta di Noto – Linee guida per l’esame del minore in caso di abuso sessuale
  • Protocollo di Venezia – integrazione della Carta di Noto (VE, 21-23.09.2007) in materia di abuso sessuale collettivo su minori
  • Linee guida nazionali per l’ascolto del minore (RM, 06.11.2010)
  • Protocolli dei Tribunali in materia di audizione dei minori: ad esempio Protocollo de Tribunale di Roma (2007), Protocollo del Tribunale di Catania (2011), Protocollo del Tribunale di Torino (2013).

Raccomandazioni all’avvocato per l’ascolto e la gestione delle comunicazioni con il minore

Il momento dell’incontro tra il minore assistito e l’avvocato è di fondamentale importanza. Il primo approccio è determinante ai fini dell’instaurazione del rapporto fiduciario.

Potreste incontrare il vostro cliente per la prima volta nel vostro ufficio, in una stazione di polizia o in altro luogo. Essere coinvolti in un procedimento giudiziario in generale, e incontrare i legali in particolare, può spaventare e confondere un minore. Anche i gesti più insignificanti del legale possono influenzare molto la possibilità di conquistare la fiducia del minore. I bambini sono sensibili a una serie di fattori: il livello di cura che mostra per il loro caso e le circostanze più ampie; gli sforzi che compie per ascoltarli e fornire loro informazioni chiare; l’ambiente fisico degli incontri.

Di seguito alcune considerazioni sul tema espresse da professionisti del settore e infine un elenco di indicazioni utili da seguire nella relazione e nelle comunicazioni con il minore.

ALCUNI SUGGERIMENTI

“Non avere fretta di sapere quello che voglio sapere, ma avere interesse a quel bambino o quella bambina che ho di fronte; avere interesse ai suoi interessi…” Gian Luigi Lepri

“E’ molto importante, con i minori stranieri in particolar modo, ma non solo con i minori stranieri, farsi ripetere da loro quello che loro hanno capito…” Michele Di Geronimo

“ un modo per valutarsi come avvocato è di volta in volta chiedersi: se fosse stato un adulto a esprimere questa opinione  lo avrei trattato allo stesso modo?… Ho tenuto conto nel formulare la mia strategia difensiva del suo punto di vista allo stesso modo che avrei fatto con un adulto?…” Elisabetta Pezzi

“… è importante non cadere nella trappola di pensare che il minore debba essere tenuto lontano dal processo per ripararlo dal processo. Il processo nelle sue distorsioni è dannoso, ma la comprensione corretta di quello che sta avvenendo nel tribunale e di quello che su di lui si decide è sempre un fatto che restituisce dignità e responsabilità”. Claudio Cottatelucci

L’avvocato del minore dovrebbe:

  • Cercare di predisporre il più possibile uno spazio adeguato al minore;
  • presentarsi al minore e trattarlo con rispetto e sensibilità;
  • dedicare tempo adeguato al minore sin dal primo incontro, se il dialogo risulta difficile, non esercitare pressioni e rispettare i silenzi del proprio interlocutore;
  • utilizzare un linguaggio adeguato all’età e alla maturità del proprio assistito;
  • prestare attenzione al minore e non agli adulti che eventualmente lo accompagnano;
  • fornire in modo completo tutte le informazioni utili affinché il minore comprenda il tipo di procedimento nel quale è coinvolto, il ruolo e le funzioni dei vari soggetti coinvolti;
  • spiegargli con parole semplici le modalità, il contenuto e l’intero funzionamento dell’ascolto, avvertendolo della possibilità di chiedere spiegazioni se non comprende e illustrando le conseguenze dell’ascolto per il minore;
  • rispondere alle eventuali domande del minore, anche stimolando domande ove si renda conto che il minore abbia qualche difficoltà e/o timore di esprimere dubbi;
  • mostrare sensibilità per le differenze culturali e religiose avvalendosi, se necessario, di un esperto psicologo e di un mediatore culturale;
  • cercare di astenersi dall’esprimere giudizi e valutazioni sul comportamento del minore e sul nucleo familiare di quest’ultimo;
  • evitare di agire per inerzia, facendo presunzioni sui clienti minori basate su casi “simili” già affrontati o su fatti incompleti, trattando ciascuno come un individuo con la propria storia da raccontare.

Esercizio:

Considerate l’esperienza di minori di età diverse che visitano i vostri uffici.

Usate l’elenco in basso come strumento per riflettere sull’esistenza o meno di aspetti che si potrebbero cambiare.

  • Come vengono accolti nel vostro studio i minori?
  • Avete dei giocattoli, libri e riviste adatte a bambini di diverse età e con diversi interessi?
  • Questi oggetti sono immediatamente disponibili o si trovano dietro la scrivania della reception? Nell’ultimo caso, quando e come vengono tirati fuori?
  • Pensate che le decorazioni della vostra sala d’attesa siano “a misura di minore”?
  • Vi assicurate che i minori non debbano attendere troppo a lungo?
  • Ora esaminate la stanza in cui conducete i colloqui con i minori. Osservate le decorazioni, il mobilio, la sistemazione degli spazi, ecc. Come vedrebbe la stanza un bambino? Ci sono dei miglioramenti che si possono apportare? Potreste prendere in considerazione l’idea di appendere dei poster (sui diritti dei minori, ad esempio).
  • Pensate a come vi presentate, compreso il vostro abbigliamento e ciò che dite al minore la prima volta che viene. Che impressione pensate di dare?
  • Vi sedete di fronte al cliente minore dietro a una scrivania? Se sì, pensate che sia la posizione migliore? Non potreste invece sedervi accanto a lui/lei o allo stesso lato del tavolo?
  • Avete mai chiesto ai minori che visitano i vostri uffici quali sono state le loro prime impressioni o qualunque altro commento sulle questioni appena elencate?

Identificate un’azione che potete intraprendere per adattare la sistemazione della vostra reception ai clienti minori. Anche dei piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza.

Esercizio:

Al fine di comprendere e verificare se è riuscito a garantire un’effettiva partecipazione al sistema di giustizia della persona di età minore, l’avvocato potrà interrogarsi sulle seguenti questioni:

  • il minore ha compreso ciò che gli si sta spiegando?
  • si sta riservando al minore la stessa attenzione che si dedicherebbe ad un adulto?
  • la strategia utilizzata per il minore, diversa da quella che si utilizzerebbe per un adulto, è davvero efficace e il minore è in grado di comprenderla?
  • nel prendere le decisioni è stato fatto il massimo sforzo per comprendere il punto di vista del minore?
  • le decisioni prese non sono state inconsapevolmente adottate non per tutelare il minore ma per venire incontro alle richieste di un adulto, parte del procedimento?
  • l’assistenza prestata riflette davvero le caratteristiche uniche del minore che l’avvocato assiste?

Riflettete su questi interrogativi e apportate i cambiamenti che ritenete più giusti per rendere il vostro approccio più adeguato e a misura di minore.

Con il supporto del Rights, Equality and Citizenship
(REC) Programme of the European Union

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