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Risoluzione del Parlamento europeo del 9 marzo 2011 sulla strategia dell’UE per l’inclusione dei rom 2010/2276(INI)

Il Parlamento europeo ha approvato una mozione per definire “la strategia di inclusione dei rom in Europa”. L’Assemblea chiede di introdurre “standard minimi obbligatori a livello europeo per promuovere l’integrazione sociale, economica e culturale dei Rom. Risoluzione del Parlamento europeo del 9 marzo 201  

2011-04-06T12:59:12+02:006 Aprile 2011|Normativa comunitaria|

Manuale 2011 sulla disciplina comunitaria contro le discriminazioni

Un’iniziativa congiunta del Consiglio d’Europa e dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali, il manuale è stato presentato il 21 Marzo 2011 in diretta mondiale via web. E’ disponibile in lingua inglese, francese e tedesca. "La prima guida esauriente al diritto europeo della non discriminazione. Si basa sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di giustizia dell’Unione europea. Esso annovera il contesto e lo sfondo al diritto europeo della non discriminazione (compresi i trattati sui diritti umani delle Nazioni Unite), categorie e difese della discriminazione, l’ambito di applicazione del diritto (compreso chi è protetto) e i motivi di discriminazione oggetto di protezione, quali il sesso, le disabilità, l’età, la razza e la nazionalità." Il link alla notizia->http://fra.europa.eu/fraWebsite/media/pr-210311_en.htm][  e al manual In allegato: il testo in inglese (156 pagine)

2011-04-06T12:30:39+02:006 Aprile 2011|News|

Corte di Giustizia UE, sentenza 8 marzo 2011 in causa C-34/09

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella causa promossa da Gerardo Ruiz Zambrano contro Office national de l’emploi (ONEm) belga, ha affermato che, una volta acquisita la cittadinanza dello Stato Membro, i figli non possono essere privati dallo stato del godimento reale ed effettivo dei diritti lattribuiti dallo status di cittadini dell’Unione, fra i quali quello di soggiorno dei familiari dai quali dipendono, quale che sia la loro cittadinanza. In precedenza, la Corte aveva affermato il diritto di una cittadina cinese a soggiornare con il figlio minore in Irlanda, dove il figlio era nato ed era stato riconosciuto cittadino. Sentenza 19 ottobre 2004, causa C 200/02, Zhu c. U  

2011-04-06T12:25:56+02:006 Aprile 2011|Corte di Giustizia dell'Unione Europea|

Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sentenza del 19 ottobre 2004 in causa C‑200/02

Nella sentenza Zhu c. Regno Unito, la Corte ha affermato il diritto al soggiorno di una cittadina cinese in quanto madre di una bambina nata nel Regno Unito (in Irlanda del Nord, riconsciuta cittadina irlandese in base alle norme locali) e trasferitasi in Inghilterra. Il diritto al soggiorno della madre è stato affermato in base allo status di cittadina comunitaria della figlia, in quanto cittadina britannica. Più recentemente la Corte di Giustizia ha affermato il diritto al soggiorno dei genitori colombiani di due bambini nati in Belgio e riconosciuti cittadini belgi. Vedi la sentenza dell’8 marzo 2011 in ->http://legale.savethechildren.it/Corte-di-Giustizia-UE-sentenza-8][causa C-34/09  

2011-04-06T12:21:55+02:006 Aprile 2011|Corte di Giustizia dell'Unione Europea|

TAR Lazio sez IIquater, sentenza 11 febbraio 2011 n. 1362

La nuova disciplina recata dalla l. n. 94/2009, in materia di rilascio del permesso alla maggiore età, si applica in modo da consentire ai minori non accompagnati di partecipare al progetto biennale di integrazione sociale e civile di cui all’art. 32, comma 1 bis, D.Lgs. n. 286/1998. Non può trovare applicazione, pertanto, qualora il neomaggiorenne abbia compiuto la maggiore età in un periodo antecedente due anni dalla entrata in vigore della legge.

2011-04-06T10:09:12+02:006 Aprile 2011|Giurisprudenza italiana|

Corte Costituzionale, sentenza del 9 febbraio 2011 n. 40

Una decisione della Corte Costituzionale che segna il punto di riferimento per la normativa e l’applicazione dell’accesso al welfare in Italia. La Corte costituzionale ha affermato l’illlegittimità della normativa introdotta nell’ordinamento regionale del FVG la legge regionale del Friuli Venezia-Giulia n. 24/2010 per contrasto con i principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza poiché mira ad escludere dai benefici i cittadini non comunitari in base alla loro nazionalità, oltre che a condizionare l’accesso dei cittadini comunitari e italiani in base all’anzianità di residenza. In tal modo la legge regionale comprometterebbe la stessa finalità dell’attribuzione di competenza alle regioni della materia dell’assistenza sociale e integrazione, introducendo distinzioni arbitrarie proprio fra i soggetti bisognosi delle prestazioni.  

2011-04-06T09:52:00+02:006 Aprile 2011|Giurisprudenza italiana|

Decreto del G.I.P. di Bari dell’11 dicembre 2009

Su richiesta del Pubblico Ministero, il Giudice per le Indagini Preliminari archivia la richiesta di perseguire penalmente l’imputato minorenne per il reato di ingresso e soggiorno illegale istituito con la Legge sulla Sicurezza n. 94/2009 (articolo 10bis del Testo Unico sull’immigrazione, decreto legislativo n. 286/1998). Non è configurabile il reato a carico del minorenne che si trovi in Italia in condizioni abbandono in quanto egli non può essere espulso bensì deve ricevere protezione sulla base della legislazione italiana in materia di adozione, affidamento e interventi urgenti. Non è configurabile il reato di ingresso illegale anche perché è dubbio l’elemento psicologico del reato (dolo o colpa), in quanto il minore si è verosimilmente affdato a soggetti adulti con legittime aspettative di essere tutelato.  

2011-04-05T17:07:42+02:005 Aprile 2011|Giurisprudenza italiana|

Corte di Cassazione, Sez. I Civile, sentenza del 14.2.2011 n. 3572

L’adozione pronunciata all’estero nei confronti di genitori italiani, ivi residenti da almeno due anni, può essere riconosciuta in Italia, previa verifica della sua conformità ai principi della Convenzione dell’Aja del 29 maggio 1993 sull’adozione internazionale (art. 36 della legge n. 184/1983 sul diritto del minore a una famiglia). Tuttavia, questo principio deve essere applicato nel rispetto dei principi fondamentali che regolano in Italia il diritto di famiglia e dei minori (articolo 35 comma 3), fra i quali l’ammissibilità dell’adozione da parte di coniugi uniti in matrimonio (articolo 6). Non è quindi riconosciuta in Italia l’adozione di un bambino da parte di un cittadino non sposato.    

2011-04-05T12:15:49+02:005 Aprile 2011|Giurisprudenza italiana|
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