Progetto H2020 IMMERSE: prime indicazioni di cambiamento alla luce dei risultati di ricerca iniziali

IMMERSE è un progetto Horizon2020 che mira a migliorare l’inclusione socio-educativa di bambini rifugiati e migranti in Europa al fine di favorire la costruzione di società più inclusive e coese. Tra gli obiettivi di progetto, IMMERSE desidera attivare iniziative di advocacy e avanzare delle raccomandazioni a livello nazionale ed europeo rivolte a decisori politici e al settore educativo.

In linea con questo proposito, è stato pubblicato il policy briefA Systemic Approach To Immigrant And Refugee Children Integration” (Un approccio sistemico all’inclusione di bambini migranti e rifugiati) che offre una panoramica della situazione attuale di minorenni migranti e rifugiati in Europa, e avanza delle prime raccomandazioni di policy.

Dai dati riportati in questa pubblicazione emerge che tra il 2013 ed il 2017, ogni anno circa 2 milioni di cittadini extra-UE si sono stabiliti nei Paesi dell’Unione Europea, di questi circa il 20% sono minorenni, spesso non accompagnati o separati dalle loro famiglie. Sempre all’interno dell’Unione risiedono più di 38 milioni di persone nate in paesi extra-UE, ovvero il 7,5% della popolazione della regione. La sfida oggi è quindi quella dell’inclusione, sia per chi è di recente approdo, che per i migranti di prima e seconda generazione che da anni soggiornano sul territorio comunitario.

Secondo la Commissione Europea, l’integrazione è un processo bidirezionale basato su diritti condivisi e relative responsabilità delle persone con background migratorio e delle società accoglienti. Tuttavia, il gruppo di ricerca di IMMERSE sottolinea come questa definizione rischi di non percepire i bisogni e le barriere specifiche di alcune categorie, in particolare di bambini migranti e rifugiati che sono esposti a molteplici ostacoli e che quindi richiedono policy su misura per garantire la loro piena inclusione nella comunità ospitante.

In questo framework, il sistema educativo si è trovato ad affrontare una crescente diversità culturale, linguistica, socio-economica ed etnica, spesso senza avere i giusti mezzi per gestirla. Questo fatto, insieme al crescente numero di minori stranieri che si stabilizzeranno in Europa, pone la necessità di riesaminare le pratiche di inclusione. Da qui, l’importanza dell’educazione interculturale promossa dall’UNESCO, quale modello e obiettivo del sistema scolastico per lo sviluppo del pieno potenziale di tutti gli studenti, compresi coloro con trascorso migratorio, e di società moderne inclusive. La piena integrazione rimane tuttavia un obiettivo complesso data la mancanza di una chiara definizione di integrazione e di uno specifico metodo di misurazione.

Attraverso un processo partecipativo e multistakeholder, i partner di IMMERSE hanno definito l’integrazione come un processo bidirezionale e hanno costruito un set di indicatori per misurare il livello di inclusione di bambini migranti e rifugiati nelle società accoglienti a diversi livelli – micro (bambini migranti e famiglie), meso (scuole, centri educativi, comunità, associazioni, ecc.), macro (istituzionale locale, nazionale ed europeo). Questo approccio sistemico pone al centro i bambini e designa i livelli di intervento significativi per l’individuazione degli stakeholders e la formulazione di adeguate raccomandazioni, oltre che a favorire l’applicazione degli strumenti e la comparazione dei risultati tra Paesi. L’obiettivo di IMMERSE è infatti quello di favorire lo sviluppo del pieno potenziale dei minorenni migranti in un clima di riconoscimento e inclusività da parte della società accogliente, promosso da tutti gli attori coinvolti. Nello specifico, IMMERSE ha identificato 5 dimensioni prioritarie per la piena integrazione: lo status legale e l’accesso ai diritti, la conoscenza di lingue e culture, il benessere fisico e psico-sociale, le relazioni sociali ed infine i traguardi educativi. Tutte queste dimensioni sono strettamente correlate e influenzate da fattori individuali o situazionali che possono facilitare o minare il raggiungimento dell’obiettivo di inclusione.

Alla luce di questi criteri e dei primi risultati di ricerca, i ricercatori del progetto IMMERSE hanno iniziato ad individuare delle indicazioni di cambiamento rivolte a livello europeo, come:

  • l’importanza dell’adozione di una visione integrale del processo migratorio e della formulazione di politiche educative dedicate all’integrazione di bambini migranti e rifugiati, basate sul concetto di educazione interculturale.
  • la revisione delle direttive europee al fine di includere trasversalmente gli obiettivi di integrazione, con specifico riferimento ai minorenni.
  • l’esigenza di discutere una normativa europea sull’integrazione degli stranieri nell’Unione, capace di cogliere le specificità delle diverse esperienze migratorie, in particolare dei minorenni.
  • la maggiore garanzia di protezione dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati attraverso specifici strumenti legislativi e la loro piena integrazione tramite l’adozione di adeguati strumenti.
  • la destinazione di fondi UE strutturali per il finanziamento di un processo di coesione del sistema educativo formale e non-formale, capace di promuovere l’integrazione sistemica di bambini migranti e rifugiati secondo il principio dell’educazione interculturale.
  • l’adozione di metodologie di co-creazione con la partecipazione di tutti gli attori interessati, minorenni compresi, per la formulazione degli strumenti di policy
  • l’attivazione di campagne di sensibilizzazione nelle scuole e sui media per la promozione dell’integrazione di bambini migranti nelle società europee.

 

Il policy brief è disponibile qui
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