Aumento dei casi: preoccupazione della Segretaria generale del Consiglio d’Europa e le osservazioni di Save the Children.

Lo scorso 30 marzo, durante un’intervista rilasciata a Deutsche Presse Agentur, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa ha espresso preoccupazione per l’aumento dei casi di violenza domestica e assistita riguardanti donne e bambini dovuti all’isolamento forzato della quarantena, necessario per contenere la diffusione del Coronavirus.

La Segretaria generale ha infatti riferito come i numeri telefonici di assistenza stiano ricevendo una quantità di chiamate quattro volte inferiore rispetto al solito, come se gli autori della violenza stessero impedendo alle vittime di chiedere aiuto. Allo stesso tempo, risultano in aumento i messaggi istantanei diretti alle organizzazioni di soccorso operanti in tutta Europa.

Per fare alcuni esempi, in Francia le segnalazioni hanno fatto emergere come che molte donne non siano state in grado di chiamare le linee telefoniche di assistenza a causa delle restrizioni imposte dal rispettivo compagno/marito, mentre in Danimarca è stato osservato un aumento del numero di donne che cerca rifugio in strutture di protezione loro dedicate.

In Italia, come anche denunciato nel recente rapporto del Gruppo d’esperti del Consiglio d’Europa (GREVIO), la violenza domestica e assistita si confermano fenomeni ampiamente diffusi anche prima del Coronavirus. Gli ultimi dati della Polizia di Stato hanno mostrato come nel tempo le donne vittime di violenza domestica nel nostro Paese siano aumentate, passando dal 68% del 2016 al 71% del 2019.

Tuttavia, questi dati hanno anche testimoniato, in termini “positivi”, “una maggiore coscienza dei delitti subiti, una rinnovata propensione e fiducia nel denunciare quanto accaduto: è aumentato il numero di vittime che considerano gli atti violenti un reato”. E sono proprio questa coscienza, questa propensione, questa fiducia nella possibilità di esporre denuncia che l’isolamento da Coronavirus rischia di incrinare e minare.

Un allarme lanciato lo scorso 20 marzo anche da Save the Children che, alla luce delle rilevazioni sull’aumento delle segnalazioni dichiarato dalla Procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella, a capo del pool fasce deboli di Milano, ha ribadito come la convivenza forzata rappresenti un forte disincentivo all’emersione.

Tale circostanza riduce l’efficacia della strategia di contrasto alla violenza domestica e assistita, fondata sui tre assi di prevenzione – emersione – protezione.

Save the Children si unisce, dunque, all’appello nel ricordare l’importanza di “rassicurare le donne del fatto che la rete antiviolenza è presente, attiva e in grado di supportarle”.

 

Cosa fare in caso di violenza domestica: i contatti utili Numero Nazionale Antiviolenza Donna 1522

Consultare il sito DIRE CONTRO LA VIOLENZA per individuare il Centro Antiviolenza più vicino

Save the Children Sportelli legali online: legale@savethechildren.org

 

Per approfondire

Save the Children: “Abbattiamo il muro del silenzio“.

Progetto I Germogli di Save the Children

Progetto Punto d’Ascolto I Germogli di Save the Children.