Save the Children e altre 22 organizzazioni aderenti al Tavolo Asilo esprimono “sconcerto e indignazione per la modalità con cui è stata gestita la chiusura del C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto.

Il centro, in cui fino alla settimana scorsa erano ospitate più di 500 persone, è il secondo più grande d’Italia.

Il Governo ha ordinato che la sua chiusura sia completata entro la fine di gennaio. Le operazioni di trasferimento dei primi 30 ospiti sono iniziate martedì 22 gennaio e sono proseguite il giorno successivo con altri tre pullman con 75 migranti a bordo. Gli ospiti sono stati trasferiti in centri di accoglienza più piccoli dislocati nelle regioni della Campania e della Basilicata nel primo caso, dell’Abruzzo, delle Marche e del Molise nel secondo.

Il rapido smantellamento del C.A.R.A. sta evidenziando ancora una volta “le contraddizioni e l’inadeguatezza delle misure adottate nella gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati”.

Le organizzazioni denunciano in particolare il brevissimo preavviso con cui è stata comunicata l’operazione di trasferimento ad oltre 300 ospiti, tra cui 14 minorenni, che sta avvenendo “senza tener conto dei percorsi d’inclusione, scolastici, lavorativi e di formazione, intrapresi.

Il ricollocamento dei migranti presso altri centri rischia inoltre di interrompere “i percorsi di riabilitazione e di cura per le violenze subite in Libia” che avevano intrapreso alcuni degli uomini e delle donne ospitati nella struttura.

Ulteriori dubbi riguardano il futuro dei circa 150 titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, tra cui diverse persone con forti vulnerabilità, che rischiano di finire in strada in condizione di estrema marginalità sociale a causa delle nuove disposizioni di legge, introdotte dal D.L. 113/ 2019, che non garantirebbero loro soluzioni di accoglienza alternative.

A fronte di tali criticità, l’appello lanciato al Presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento da Save the Children, di concerto con le altre organizzazioni, è di garantire “a tutte le persone coinvolte una valutazione individuale dei percorsi di integrazione avviati ai fini del trasferimento in strutture nel territorio e non fuori regione , che  sia garantita a tutti i minorenni iscritti a scuola la continuità del percorso di istruzione” è che nessuno venga escluso dall’accoglienza e lasciato per strada.