L’Agenzia europea per i Diritti Fondamentali auspica l’adozione di misure efficaci nella procedura di relocation dei minori non accompagnati presenti in Grecia
Lo scorso 11 maggio è stato pubblicato l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per i Diritti Fondamentali (European Union Agency for Fundamental Rights – FRA) dal titolo “Relocating unaccompanied children: applying good practices to future schemes“.
In questo rapporto, la FRA ha restituito i risultati di una serie di interviste condotte tra novembre 2019 e marzo 2020 in 10 Stati membri dell’UE (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo), mettendo in luce le sfide e le buone prassi nell’attuazione di diversi programmi di relocation, obbligatoria e volontaria, avviati dal 2015.
Dal 2015, migliaia di ragazzi e ragazze sono arrivati in Europa senza i loro genitori. Nonostante gli sforzi per aumentare le capacità di accoglienza, spesso le autorità nazionali non sono state in grado di rispondere adeguatamente alle loro esigenze: in quanto gruppo vulnerabili, i minori necessitano di misure di protezione ad hoc. È per tale ragione che, in uno sforzo di solidarietà, quasi 1.400 di questi minori sono stati trasferiti da Grecia, Italia e Malta in altri Stati membri attraverso piani di relocation. Recentemente, la Grecia si è trovata nuovamente a fronteggiare arrivi massici di minori: quasi 5.250 minorenni non accompagnati erano presenti sul territorio greco a marzo 2020. Circa 1.600 sono ospitati negli hotspot delle isole, spesso in condizioni misere, senza ambienti dedicati, ammassati con gli adulti. Oltre 1.000 vivono in luoghi occupati abusivamente, sono senzatetto e costretti a spostarsi frequentemente per cercare nuovi alloggi. Solo alcuni di loro hanno prospettive di essere trasferiti in un altro Stato membro europeo.Si tratta di condizioni estremamente precarie, che hanno serie implicazioni sul benessere dei bambini e sulla loro salute fisica e mentale, così come sulle loro prospettive di integrazione. Considerato il rinnovato impegno di alcuni Stati membri dell’UE, su impulso della stessa Commissione, a ricollocare una parte dei minori dalla Grecia, la FRA ha pubblicato questo rapporto nell’auspicio che possa fornire indicazioni alle autorità nazionali al fine di adottare misure che rispettino pienamente i diritti dei minori e che siano parimenti fattibili in termini operativi.
Il rapporto focalizza la propria disamina e analisi sulle fasi chiave della procedura di relocation, dal momento in cui un minore viene identificato per essere ricollocato fino al suo trasferimento nello Stato membro di destinazione. Sulla base della ricerca documentale e di oltre 45 interviste con 72 rappresentanti di autorità nazionali, istituzioni europee, organizzazioni internazionali e organizzazioni della società civile, la FRA ha invitato l’Unione europea e i suoi Stati membri a prendere in considerazione le seguenti quattro misure:
- predisporre termini ragionevoli per il trasferimento dei minori non accompagnati che consentano l’effettiva protezione del minore;
- utilizzare criteri di eleggibilità basati sulle esigenze di protezione e sulla vulnerabilità del minore;·
- garantire che il minore sia supportato da un tutore durante tutte le fasi del trasferimento;·
- mantenere l’unità familiare e facilitare il ricongiungimento familiare se ciò è nel migliore interesse del minore.
Tra le buone prassi analizzate, la FRA ha richiamato quella messa in atto da Save the Children Italia nel 2017, una procedura tarata sulle specifiche esigenze e vulnerabilità del minore e orientata nella realizzazione del suo superiore interesse. Oltre ad essersi occupata di informare, attraverso le proprie unità mobili, i minorenni in transito a Roma e Milano rispetto ai propri diritti compreso quello al trasferimento in un altro Stato membro, per evitare loro maggiori rischi, la nostra organizzazione ha avviato a Roma, congiuntamente al partner operativo in loco, vale a dire la Cooperativa Sociale CivicoZero, un progetto pilota per supportare i minori nella procedura di relocation. Si è trattato di una procedura incentrata su un approccio multi-agenzia, che ha previsto il coinvolgimento di tutti gli attori-chiave del sistema di protezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, assicurandone il coinvolgimento nei diversi step della procedura. L’operatività del progetto è stata preceduta e accompagnata progressivamente da un’intensa fase di condivisione e programmazione con le istituzioni a livello nazionale, sotto il coordinamento della Commissione europea, nonché con le principali organizzazioni internazionali e della società civile.
Grazie a questa iniziativa, quasi 90 minorenni non accompagnati richiedenti asilo di origine eritrea hanno avuto la possibilità di spostarsi in modo sicuro e legale in altri Paesi dell’UE senza subire rischi di tratta e altri abusi. Il successo di questa iniziativa la rende una buona prassi replicabile a livello europeo.
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