Povertà e istruzione permettono solo al 12% degli studenti svantaggiati di andare bene a scuola.
“Equità nell’istruzione: abbattere le barriere alla mobilità sociale” è l’ultimo rapporto di OCSE- PISA che ha effettuato un’analisi comparata tra 80 paesi con lo scopo di individuare eventuali connessioni tra la situazione sociale ed economica degli studenti quindicenni e le differenze nelle competenze acquisite durante gli studi.
Dallo studio emerge che, nel nostro paese, esiste una stretta correlazione tra povertà e livello di istruzione e che le competenze e le capacità acquisite dagli studenti sono fortemente legate alla loro origine. Così, solo il 12% degli studenti che provengono da una situazione sociale ed economica svantaggiata sono riusciti ad emergere e risultano oggi i migliori d’Italia (uno su otto).
Nonostante la maggior parte di questi studenti “resilienti” frequenti un liceo, emerge dal rapporto una tendenza ad un orientamento dopo la scuola media che è spesso legato alla propria origine sociale piuttosto che alle proprie attitudini: anche se bravi, gli studenti più svantaggiati vengono spesso iscritti infatti dalle proprie famiglie in istituti tecnici, a dispetto degli studenti più abbienti che prediligono i licei. L’OCSE indica tale fenomeno come il “livello di segregazione” subito dagli studenti più sfortunati, la cui metà di loro in Italia frequenta il 25 % delle scuole più svantaggiate e solo il 6% istituti prestigiosi.
Percentuali estremamente diverse rispetto invece ai paesi del nord Europa e degli Stati Uniti che hanno avviato politiche di sostegno agli istituti scolastici più avvantaggiati e che stanno producendo risultati apprezzabili, come fa notare l’analista presso la direzione dell’istruzione all’Ocse, Francesco Avvisati.
Il rapporto indaga inoltre il benessere mostrato dagli adolescenti, ovvero di coloro che hanno dichiarato di sentirsi a proprio agio tra le mura scolastiche che, tra coloro che provengono da situazioni più difficili, è diminuito tra il 2003 e il 2015 dall’85% al 64%.
In merito all’ottimismo espresso dagli studenti verso il futuro, il rapporto ha dimostrato che la propria origine sociale è strettamente correlata non solo al proprio andamento scolastico ma bensì anche alla fiducia dei ragazzi per il proprio futuro. In tal senso, ben il 18% degli studenti svantaggiati ha dichiarato di non essere soddisfatto dell’andamento della propria vita, rispetto al 13% degli adolescenti provenienti da classi più abbienti.
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