L’11° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Il 20 novembre del 1989 venne adottata la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, pietra miliare per la tutela dei diritti dei minori e riferimento essenziale per orientare gli interventi delle organizzazioni che si occupano di promozione dei diritti dell’infanzia e adolescenza nel mondo, come anche Save the Children.
Da 20 anni, il Gruppo di Lavoro sulla Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Gruppo CRC) pubblica periodicamente rapporti di monitoraggio relativi alla valutazione dell’implementazione della Convenzione e dei suoi 3 Protocolli Opzionali (OPAC, OPSC, OP3), cercando di ottenere una loro maggiore ed effettiva applicazione in Italia.
In occasione della Giornata Internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, il Gruppo CRC ha celebrato il suo ventennale pubblicando l’11° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza alla cui redazione hanno collaborato 135 operatori provenienti dal sempre più esteso network del Gruppo CRC, composto da ormai 100 associazioni e coordinato da Save the Children Italia.
La pubblicazione del Rapporto – generalmente prevista per il 27 maggio, in occasione della ratifica della CRC in Italia – è stata quest’anno calendarizzata in occasione del 20 Novembre, così da poter intercettare e descrivere l’impatto dell’emergenza COVID-19 sui quasi 10 milioni di bambini e adolescenti che vivono nel nostro Paese.
Per questo motivo, l’11° Rapporto non effettua solamente una rassegna dei traguardi raggiunti e dei ritardi accumulati in questi due decenni, ma estende l’analisi evidenziando come la pandemia abbia sia dilatato le criticità pre-esistenti, esacerbando situazioni di fragilità caratterizzate da condizioni di svantaggio economico, educativo e socio-relazionale, sia creato nuove forme di vulnerabilità.
Il Rapporto sottolinea, infatti, come l’emergenza sanitaria abbia reso ancora più evidenti problematiche strutturali evidenziate nel corso degli anni, come l’assenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nella cultura amministrativa e nell’agenda politica, oltre che la mancanza di un coordinamento efficace in tale ambito, con conseguenti profonde disuguaglianze regionali in termini di accesso ai servizi essenziali e condizioni di vita.
I livelli di povertà minorile, sebbene leggermente in diminuzione rispetto allo scorso anno, rimangono critici e risultano dipendere in particolare dall’area geografica, dalla cittadinanza e dalla composizione della famiglia del minorenne. In questo senso, la crisi sanitaria ha dimostrato quanto l’ambiente familiare sia centrale per la crescita dei bambini e quanto la qualità, l’accessibilità e la coordinazione dei servizi alle famiglie risulti essenziale nel determinare la loro capacità di resilienza. Un supporto integrato e multidimensionale alla famiglia risulta dunque prioritario, anche per prevenire quelle situazioni di disagio abitativo, caratterizzate da episodi di violenza di genere, domestica e assistita, cresciute in modo sostanziale durante l’emergenza COVID-19.
La crisi sanitaria ha messo anche in luce un forte divario digitale esistente tra le famiglie in Italia, con significative disuguaglianze sia nell’accesso ai devices e a una connessione Internet adeguata, sia nel possesso delle competenze necessarie per utilizzare questi strumenti in modo corretto e consapevole. In un contesto di socialità sempre più mediata dalla presenza online dei minori, l’assenza di una cultura digitale assume un peso sempre più rilevante per il loro benessere, esponendo bambini e adolescenti a fenomeni come ad esempio la dipendenza e il cyberbullismo riportati in costante crescita.
L’esperienza forzata della didattica a distanza (cd DAD) ha inoltre reso il divario digitale un fattore critico anche per l’accesso all’educazione, con 1 studente su 10 rimasto al di fuori della DAD e il 20% presente in modo solamente saltuario. Considerando la stretta connessione tra povertà economica e povertà educativa, il Rapporto mette in evidenza come questi dati destino fortissime preoccupazioni, prospettando un ulteriore aumento del divario nell’apprendimento e della dispersione scolastica e formativa con gravi ripercussioni sociali per le categorie di minori più vulnerabili, come i minori stranieri, appartenenti a minoranze, migranti o con disabilità.
Il Rapporto sottolinea ripetutamente l’urgenza di adottare un modello di sviluppo in linea con i 17 obiettivi definiti dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ribadendo la stretta connessione tra la dimensione ambientale e la realizzazione dei diritti delle persone di minore età. L’inquinamento ambientale e il cambiamento climatico mettono infatti particolarmente a rischio la salute e lo sviluppo psicomotorio dei soggetti più vulnerabili, incrementando le già presenti disuguaglianze. Come indicato dal Rapporto, i minorenni sono i soggetti più esposti alle malattie causate dal cambiamento climatico: a livello globale circa il 90% di esse grava sulle spalle dei bambini sotto i 5 anni di età.
Nelle raccomandazioni rivolte alle Istituzioni competenti si esplicita dunque l’auspicio che da questa crisi si possa ripartire con una consapevolezza ritrovata rispetto alla centralità e necessità di investire sui ragazzi e ragazze. Per questo motivo, il Gruppo CRC chiede di volgere l’attenzione sulle priorità da individuare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per poter accedere ai finanziamenti del Fondo Next Generation dell’Unione Europea. Un’occasione fondamentale, evidenzia il Rapporto, per adottare finalmente misure strutturali, capaci di mettere in pratica i principi della Convenzione, attraverso una strategia per le nuove generazioni che affronti i temi più importanti come l’ambiente, la scuola, il divario territoriale e le grandi disuguaglianze che ancora caratterizzano la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.gruppocrc.net
Per approfondimenti scarica l’11° Rapporto CRC
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