La campagna per sensibilizzare sulla lotta alle discriminazioni e agli stereotipi realizzata da SottoSopra Movimento giovani per Save the Children.
In occasione della Giornata Internazionale contro le discriminazioni Save the Children ri-lancia la campagna #UPprezzami – Non fermarti all’etichetta, creata nel 2019 da SottoSopra, Movimento giovani per Save the Children, un progetto di giovani per giovani diventato movimento nel 2013, che permette ai ragazzi dai 14 ai 22 di esprimersi, ascoltarsi, mettersi in gioco, formarsi e prendersi lo spazio e la voce che spesso non è loro concessa.
L’iniziativa, patrocinata dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, è stata inoltre rilanciata da RDS Next, un’innovativa radio online sui social rivolta principalmente alle nuove generazioni che ha dedicato l’intero palinsesto di questa giornata al tema e alla campagna.
Il Movimento SottoSopra nasce dal piacere di esserci. “Siamo una rete di ragazzi attivi sul territorio locale e nazionale che accoglie le diversità facendone un punto di forza per generare nuove idee e cambiamento sociale. Mediante l’osservazione della realtà in cui viviamo, l’ascolto, il confronto e la condivisione dei punti di vista, miriamo a conseguire i nostri obiettivi volti alla difesa dei diritti a partire dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ispirati da Save the Children, dialogando con i pari e le istituzioni”. Molto spesso i bambini e gli adolescenti non si sentono ascoltati, messi al centro ma soprattutto coinvolti nelle decisioni che li riguardano e che li toccano da vicino. La promozione del cambiamento deve partire quindi proprio dal coinvolgimento diretto delle giovani generazioni e la campagna #Up-prezzami si sviluppa con l’intento di mettere in luce proprio questo: il disagio che molti ragazzi vivono, una condizione silente e continua di emarginazione in quanto vittime di stereotipi e pregiudizi. La pandemia di Covid-19 che ha investito il loro mondo costringendoli a un isolamento forzato in casa, privandoli di qualsiasi spazio e luogo di incontro, socialità e formazione, ha aumentato e aggravato un disagio già molto presente soprattutto tra le categorie dei più giovani.
Il codice a barre che viene spezzato è il simbolo chiave della recente campagna: bisogna rompere e strappare le etichette, le violenze e gli stereotipi che vengono attaccati dagli altri in maniera superficiale e che influenzano il modo di vivere e relazionarsi.
La pandemia di Covid-19 e i conseguenti lock-down dovuti all’emergenza sanitaria non hanno infatti ridotto in alcun modo le discriminazioni, gli atti di bullismo ed emarginazione, ma ne hanno cambiato la forma e molto spesso hanno aggravato situazioni già precedentemente molto instabili. Il cyberbullismo, che si è diffuso con lo spostamento in rete di tutte le attività sociali, ha fatto emergere nuovi pericoli e ha spesso aumentato il senso di solitudine ed emarginazione in tutte le fasce d’età. I dati parlano chiaro: il tema del cyberbullismo è infatti passato dal 28% del 2019 al 31% l’anno successivo. Anche l’esclusione ha subito un notevole incremento, passando dal 28% nel 2019 per arrivare al 35% nel 2020.
I video della campagna riportano infatti all’attenzione la difficoltà di molti bambini e ragazzi, etichettati come “nerd”, “secchioni” o “sfigati”, di trovare lo spazio e la voce per esprimere il loro isolamento, la loro esclusione e il bullismo che subiscono e che spesso subivano anche in precedenza.
Alle discriminazioni più diffuse basate sull’orientamento sessuale, sulla provenienza e l’aspetto fisico si aggiungono infatti quelle dovute alla situazione attuale: mancanza di device e scarse connessioni sono solo alcune delle più comuni risposte date dai giovani: circa l’8% degli adolescenti intervistati nell’indagine svolta da Ipsos per Save the Children “I giovani ai tempi del Covid-19” lanciata a inizio gennaio scorso ha assistito a episodi discriminatori online.
La promozione delle idee, delle emozioni e delle diverse esperienze avviene attraverso differenti mezzi di comunicazione vicini ai giovani, come ad esempio il teatro, la musica e i social network. La scelta di svolgere le diverse attività e iniziative partendo dalla scuola si presenta come obbligata, sia in quanto luogo primario di formazione e di crescita, sia perché la maggior parte delle discriminazioni si consuma spesso in questo spazio considerato “sicuro”.
Il bullismo e la discriminazione, così come la violenza sia verbale che fisica, non si fermano da sole. Il coinvolgimento diretto tramite la partecipazione dei ragazzi, che vivono o assistono tutti i giorni come protagonisti all’aumento delle cause di discriminazione, e la condivisione dei progetti e delle iniziative tramite social network, sono strumenti fondamentali per far luce su questa problematica presente, passata e futura che deve essere fermata.
Per maggiori informazioni e partecipare alla campagna scarica il kit.
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