La madre, ma anche la nonna, sono figure centrali per la crescita e lo sviluppo dei ragazzi
Mariam ha 35 anni, un figlio di 16, Vaja, e due figlioletti gemelli di 11 anni, Iago e Zaza.
Dopo la separazione dal marito, con cui né lei, né i bambini hanno più alcun rapporto, Mariam si è trasferita dalla Georgia in Italia, a Napoli, dove ha iniziato a lavorare duramente per garantire ai suoi figli una vita serena e dignitosa. Sebbene la famiglia si trovasse bene, ma Mariam doveva lavorare tanto, troppo.
La mamma di Mariam, Neria, decide allora di raggiungere la figlia.
Neria si rileva una presenza fondamentale. Non solo aiuta Mariam nella gestione della casa e delle spese, ma soprattutto accudisce con amore i suoi tre nipotini. Grazie a lei, la famiglia è ancor più felice. Nessuno di loro, però, aveva il permesso di soggiorno.
I ragazzi frequentavano regolarmente la scuola e sono entrati in contatto con il Punto Luce di Napoli, dove pertecipano alle attività pomeridiane.
L’intra famiglia porta avanti un bellissimo percorso di integrazione. Tuttavia, si manifestano i primi problemi.
“Né io, né mia madre” racconta oggi Mariam “riuscivamo ad avere un regolare contratto di lavoro. Nessun membro della famiglia riusciva ad avere l’abbonamento ai mezzi pubblici. Mio figlio maggiore, Vaja, aveva iniziato un corso di basket e il mister mi ha detto fin da subito che è un vero talento. Purtroppo non poteva tesserarsi per la società sportiva. Gli allenatori avrebbero voluto portarlo a giocare anche fuori Napoli per farlo giocare con la squadra a livelli agonistici, ma lui non poteva spostarsi dalla città. Era disperato e non ne capiva il perché”.
Tutto ciò dipendeva da una sola cosa: l’assenza del permesso di soggiorno.
Senza quest’ultimo per tutta la famiglia era impossibile persino iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale.
Un giorno Mariam aveva accompagnato i figli al Punto Luce e decide di confidarsi con Fabio, uno degli operatori, raccontandogli di tutte le difficoltà legate alla mancanza dei documenti.
A quel punto, Fabio spiega la situazione della famiglia di Mariam anche al suo responsabile e insieme decidono di contattare il legale di Save the Children per capire come aiutare concretamente Mariam e la sua famiglia.
Grazie all’intervento del consulente legale e dell’equipe di Save the Children viene contattato un avvocato per assistere la famiglia con gratuito patrocinio. L’avvocato ha supportato l’intero nucleo famigliare in una richiesta al Tribunale per i Minorenni di permesso di soggiorno per assistenza minori, previsto dal Testo Unico dell’Immigrazione all’art. 31.
Questa tipologia di permesso di soggiorno consente al familiare di un minorenne che si trovi sul territorio italiano di restare nel Paese laddove l’allontanamento potrebbe provocare nel minorenne stesso un danno effettivo e concreto al suo complessivo equilibrio psico-fisico.
Questo caso è stato molto particolare: la domanda di permesso di soggiorno ha infatti riguardato anche la nonna, non solo il genitore e i figli.
Nel ricorso presentato dall’avvocato è stato valorizzato l’importantissimo ruolo svolto anche di Neria nella vita di Vaja, Iago e Zaza, che si è rivelato indispensabile per la loro crescita e per il loro equilibrio.
Se la nonna dei minorenni fosse stata espulsa dal territorio italiano, Vaja, Iago e Zaza avrebbero senz’altro patito l’allontanamento di una figura familiare così importante per loro. Mariam, inoltre, avrebbe dovuto necessariamente smettere di lavorare per curare i propri figli a tempo pieno, con la conseguenza che l’intero nucleo familiare si sarebbe trovato senza mezzi di sostentamento.
Lo scorso febbraio il Tribunale per i Minorenni ha accolto la richiesta. Nel riconoscere il radicamento della famiglia sul territorio e la centralità per l’armonioso sviluppo della personalità dei ragazzi della presenza della mamma e della nonna nelle loro vite, il Tribunale ha affermato il loro diritto ad ottenere un permesso di soggiorno della durata di 4 anni.
Alla notizia Mariam, Neria e i tre ragazzi scoppiano di gioia: “Finalmente, dopo tanto tempo, vedevamo la luce. Potevamo sentirci davvero parte del Paese che ci ha accolto con amore e al quale vogliamo continuare a darne altrettanto. Adesso io, mia madre e i miei figli attendiamo prossimamente di ritirare i nostri permessi di soggiorno. Save the Children ci ha dato grandissimo supporto e ha aiutato me e la mia famiglia in ogni modo possibile. Adesso possiamo ricominciare!”.
a cura di Roberta Aria, consulente legale a Napoli
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