L’impegno di Save the Children per il coinvolgimento dei minorenni nel sistema di giustizia attraverso il Progetto Justice Youthopia
L’ascolto del minorenne e il suo coinvolgimento nei procedimenti giudiziari è un tema centrale in Italia sin dal 2006, quando la sua introduzione è stata resa obbligatoria nei procedimenti familiari di separazione e divorzio. Questa novità è stata frutto di un più ampio processo a livello internazionale, iniziato con la Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) del 1989, ratificata e resa esecutiva dall’Italia con Legge 27 maggio 1991, n. 176. Per la prima volta il principio dell’ascolto e della partecipazione dei minorenni è stato riconosciuto come diritto umano fondamentale. Tutte le persone con meno di diciotto anni diventano titolari di diritti e viene sancito il principio secondo cui i minorenni sono e devono essere rispettati come protagonisti attivi delle loro vite, sono portatori di competenze e conoscenze che sono in grado di trasmettere alla società e devono essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano. È con il termine partecipazione che si riassume tutto l’insieme di diritti e garanzie derivanti dalla CRC, identificando dunque l’ascolto e l’opportuna considerazione di ciò che i minorenni hanno da dire come ineluttabili per la piena realizzazione di tali principi. La Legge 176/1991 ha pertanto introdotto la norma secondo la quale si deve dare al minorenne la possibilità di essere ascoltato in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo interessi e si deve tenere conto delle sue opinioni in merito, come riconosciuto dalla sentenza della Corte Costituzionale 1/2002. L’ascolto dei minorenni nei giudizi in cui si devono adottare provvedimenti che li riguardano è oggi regolato, nell’ordinamento civile italiano, dagli artt. 315 bis, 336 bis, e 337 octies, cod. civ., introdotti dalla L. 219/2012 e dal D. Lgs. 154/2013.
Oltre ad essere previsto a livello internazionale dall’art. 12 della CRC, come ricordato dal relativo Commento Generale n.12 “The right of the child to be heard”, il diritto all’ascolto del minorenne è sancito a livello europeo in altri strumenti tra i quali la Convenzione di Strasburgo sull’Esercizio dei Diritti del Minore del 1996 (art. 6). Importanti sono anche le “Linee Guida per una giustizia a misura di minorenne” del Consiglio d’Europa (2010) e l’Agenda dell’Unione Europea per i Diritti dei Bambini della Commissione Europea (2011).
Save the Children ha sviluppato un approccio alla partecipazione dei minorenni che si basa non solo sul riconoscimento del loro diritto di esprimere liberamente punti di vista, idee, sentimenti e bisogni, ma anche sulla necessità che, a tutti i minorenni, anche a quelli che si trovano in situazioni di disagio sociale, venga data la possibilità di prendere parte alle decisioni che li riguardano e di essere seriamente ascoltati e presi in considerazione per quello che dicono.
Con il progetto Justice Youthopia, Save the Children insieme ai partner coinvolti, mira a dare concreta attuazione al principio della partecipazione dei minorenne nei procedimenti giudiziari che li riguardano in quattro diversi paesi: Italia, Spagna, Portogallo e Romania. Questo progetto si pone l’obiettivo di mettere in pratica ciò che viene espressamente sancito degli strumenti internazionali ed europei sopracitati, ma soprattutto di affrontare le debolezze che ciascuno di questi Paesi presenta nell’ambito del coinvolgimento dei minorenni nei procedimenti giudiziari. Per fare ciò sono state programmate diverse attività, tra cui la creazione di una guida a misura di bambino, che sarà prodotta attraverso un laboratorio con bambini e adolescenti che hanno avuto esperienza con la giustizia, un toolkit comunicativo per giudici e magistrati e un front office per informazioni e orientamento socio-legale per 150 bambini e/o adolescenti coinvolti in procedimenti (in Italia presso il Tribunale per i Minorenni di Bari). Grazie al progetto Justice Youthopia sarà possibile fornire informazioni precise e chiare sulla legge e sui procedimenti legali a quei minorenni che sono coinvolti nei sistemi giudiziari del loro Paese e che hanno poca comprensione dei loro diritti o dei meccanismi attraverso i quali potrebbero contestare le violazioni.
A cura di Ottavia Ciani, stagista a Save the Children
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