Pubblicate le nuove linee guida ministeriali per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale
Il 17 marzo presso l’Aula Magna dell’Università Roma Tre si è tenuta la conferenza di presentazione delle Linee guida per l’integrazione “Orientamenti interculturali – Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori” a cura dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale del Ministero dell’Istruzione.
Intanto la proposta di legge sulla cittadinanza per i minori nati o giunti in Italia durante la minore età muove i primi passi dopo anni di colpevole silenzio. Il cd. Ius Scholae potrà essere migliorato durante l’iter parlamentare, ma in attesa di una più corposa riforma della cittadinanza, è un segnale importante per gli 877mila studenti di cittadinanza straniera. Secondo i dati ufficiali del Ministero, nell’anno scolastico 2019/20, in crescita è soprattutto il numero di studenti nati in Italia da genitori senza cittadinanza, che rappresentano ben il 65,4% di tutti gli alunni stranieri. Nonostante queste cifre in crescita, persistono ancora divari significativi rispetto ai compagni di cittadinanza italiana, soprattutto per quanto riguarda il percorso scolastico intrapreso..
Il documento presentato dall’Osservatorio aggiorna e attualizza le precedenti Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri del 2014, offrendo diverse modalità organizzative e indicazioni operative per una scuola sempre più capace di accogliere, includere ed educare alla multiculturalità. Un documento ancora più attuale, alla luce delle iniziative di accoglienza che le scuole italiane stanno mettendo in campo per garantire a bambine e bambini in fuga dalla guerra in Ucraina il proseguimento degli studi.
Oltre ad offrire un panorama di dati ed una proposta di revisione del linguaggio, le neo-pubblicate Linee guida riconoscono la molteplicità dei soggetti e dei loro bisogni specifici. In tale prospettiva, il preambolo recita “La presenza nella comunità scolastica di alunni e studenti portatori di ulteriori valori culturali, linguistici, religiosi, è certamente un elemento di complessità, ma può rivelarsi, come testimoniato da diverse positive progettualità scolastiche, anche una grande occasione per ripensare alla scuola e al suo mandato di fronte alle sfide del pluralismo socio-culturale.”
Basato sul principio del diritto/dovere all’istruzione di tutti i minori, il documento offre approfondimenti sul sistema integrato 0-6 anni e l’accoglienza degli alunni neoarrivati, sulla promozione dell’educazione interculturale in rete con il territorio e la riqualificazione dei sistemi di orientamento, sull’insegnamento della lingua italiana e la valorizzazione del plurilinguismo, nonché sulla formazione del personale scolastico, diventando così punto di riferimento per le scuole e gli Uffici Scolastici Regionali.
Un documento di significativa rilevanza politica per il settore educativo, ricco di proposte in linea con quanto il progetto europeo IMMERSE a sua volta sollecita nelle prime indicazioni di policy emerse da studi e rilevazioni qualitative. Il progetto, realizzato in Italia da Save the Children e volto a promuovere l’integrazione socio-educativa degli alunni con background migratorio nei contesti scolastici, non solo raccoglie dati e propone strumenti di ricerca per la mappatura dell’inclusione, ma invita anche a orientare policy, servizi e pratiche in ottica multidimensionale, multilivello e integrata. In questa prospettiva IMMERSE ribadisce la centralità dell’educazione interculturale e pluri-linguistica, dell’agency degli alunni, del ruolo della comunità educante e di modelli innovativi di integrazione tra educazione formale e non formale capaci di accogliere e rispondere ai bisogni differenziati dei minori con background migratorio.
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