Il tempo dei bambini. Lo scorso 21 ottobre è stata presentata la decima edizione dell’Atlante di Save the Children sull’infanzia a rischio attraverso un’importante iniziativa dal respiro nazionale che ha visto il coinvolgimento di 11 città Italiane: Roma, Napoli, Milano, Torino, Bari, Catania, Reggio Calabria, Udine, Ancona, Sassari e Brindisi. Infatti, quest’anno, con la presentazione dell’Atlante, è stata lanciata la Campagna Illuminiamo il Futuro per il contrasto della povertà educativa. Tuttavia, quest’ultima rappresenta solo una delle questioni analizzate nella pubblicazione.
Tempo nuovo, perduto e ritrovato. L’Atlante 2019 di Save the Chidren fotografa la vita dei bambini, delle bambine e degli adolescenti in Italia e mette in luce le sfide e gli ostacoli della società in cui vivono e che minano il loro futuro.
Il tempo nuovo è quello del cambiamento. Oggi il cambiamento è soprattutto climatico. L’Atlante descrive al lettore l’importanza del risveglio delle coscienze anche e soprattutto da parte delle giovani generazioni e allo stesso tempo denuncia gli effetti che il cambiamento climatico sta causando loro. Povertà educativa, insicurezza nelle scuole e disuguaglianze nell’apprendimento sono solo alcuni dei rischi individuati dalla ricerca.
Il tempo perduto è quello delle opportunità mancate. Ci si riferisce alle opportunità mancate per il Paese. Negli ultimi 10 anni, l’Italia ha assistito a un crollo precipitoso del tasso di natalità, con 136 mila culle in meno nel 2018, rispetto allo stesso dato nel 2008. L’altra occasione persa è quella delle seconde generazioni di origine straniera: è sufficiente pensare che oggi i bambini e ragazzi in attesa di cittadinanza sono più di 1 milione e soprattutto che solo 1 su 3 esprime la volontà di voler continuare a vivere in Italia. A queste criticità se ne accosta una ulteriore, già discussa diffusamente all’interno del rapporto di Save the Children Il miglior inizio. Disuguaglianze e opportunità nei primi anni di vita, ovvero quello della povertà educativa, che colpisce i bambini già dalla prima infanzia. Infatti, ad oggi, l’offerta pubblica di servizi per l’infanzia e quella privata raggiungono insieme appena il 24% dei bambini.
Il tempo ritrovato è quello della politica e dell’amministrazione pubblica che si impegnano (o quanto meno ci provano!) “Esperienze che alcune amministrazioni pubbliche in questi anni hanno finalmente iniziato a riconoscere e a riscoprire, recuperando il tempo perduto”. Si è trattato del recupero degli spazi pubblici abbandonati, della loro cura e rigenerazione, delle iniziative per avviare un’azione di contrasto alla povertà educativa (come l’istituzione del Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile del 2016), delle proposte avanzate nelle linee programmatiche dell’ultimo governo sul sistema di servizi per la prima infanzia.
Sin dalla prima edizione, l’Atlante ha provato a raccontare l’Italia dei bambini facendo largo uso dei dati e delle evidenze prodotte dalla ricerca statistica e sociale. Questo ricco ed eterogeneo corpus di informazioni, se usato bene, può aiutare a comprendere l’Italia. Anzi, le tante Italie, quelle in cui vivono e crescono i bambini di oggi.
L’eterogeneità del territorio si riflette nella complessità dei problemi da affrontare. Per questo la decima edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio ha inteso realizzare zoom territoriali per individuare priorità, risorse, problemi.
“Vogliamo spostare il baricentro della nostra azione, in modo più radicato, nelle tante Italie diverse dove crescono i bambini. Il nostro impegno per il futuro è diventare un movimento ancorato al territorio, con antenne pronte a leggere i cambiamenti che avvengono, come si dice, alle radici dell’erba”.
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