Vogliamo presentarvi qui un interessante studio condotto dai colleghi di Save the Children in Grecia sugli effetti sui bambini dell’accordo che l’Unione Europea ha firmato un anno fa con la Turchia.

Cosa prevede l’accordo?
L’accordo prevede le seguenti azioni:
– I migranti e i profughi che vogliono raggiungere l’Europa, siriani compresi, saranno rimandati in Turchia se non presenteranno domanda d’asilo presso le autorità greche

– Per ogni profugo siriano che viene rimandato in Turchia dalle isole greche un altro siriano verrà trasferito dalla Turchia all’Unione europea attraverso dei canali umanitari
– Aiuti economici alla turchia per 3 miliardi di euro
– entro ottobre potrebbe non essere più necessario per i turchi chiedere un visto per entrare nell’Unione europea, a patto che siano rispettate tutte le condizioni richieste dall’Unione Europea
– Adesione della Turchia all’Unione Europa, appena possibile
 
Come sta funzionando l’accordo? 

Migliaia di profughi sono bloccati su cinque isole greche: Lesbo, Samos, Chios, Leros e Kos.  Potranno andarsene solo dopo che le loro richieste di asilo saranno trattate dalle autorità greche. Nel frattempo, ogni giorno sbarcano sulle isole nuovi richiedenti asilo. 
Tutto questo ha portato alla congestione nelle strutture sulle isole e molti rifugiati e migranti sono ora vivono in condizioni degradanti di detenzione, ben poche possibilità di accedere ai servizi di base e di ottenere informazioni sulla trattazione loro domande di asilo. 
Le tensioni sono in aumento. Le proteste, le manifestazioni, la violenza e gli incendi sono ormai all’ordine del giorno.
Quali sono le conseguenze per i bambini?

Dei 13.200 richiedenti asilo trattenuti nelle isole greche, le Nazioni Unite stimano che il 37%, o più di 5.000, sono bambini. 
La loro infanzia è messa in attesa e la loro sorte è in un limbo legale, in attesa che girino le ruote della burocrazia.
Save the Children in Grecia  ha intervistato i bambini e i genitori arrivati sulle isole greche. 
Il rapporto finale, intitolato “A Tide of Self-harm and Depression”  – Una marea di autolesionismo e depressione – descrive l’impatto delle misure di attuazione dell’accordo UE-Turchia in otto aree principali:
Depressione e ansia

Secondo le osservazioni dello staff di Save the Children in Grecia, i bambini bloccati nei campi per lunghi periodi di tempo mostrano sintomi di depressione, angoscia e ansia. 
Il loro comportamento comprende enuresi (pipì a letto), la continua ricerca di appigli e di abbraccio, incubi. I disegni mostrano disturbi e messaggi negativi. Cresce il disinteresse per frequentare corsi e attività.
Autolesionismo e suicidio

Uno degli sviluppi più preoccupanti cui gli operatori di Save the Children hanno assistito è l’aumento di tentativi di suicidio e autolesionismo tra i bambini, anche di età inferiore ai nove anni. I tentativi di suicidio a volte accadono nei campi di raccolta dei profughi davanti a tutti, sotto gli occhi di altri bambini con il concreto rischio di imitazione a vicenda fra minori e adulti. 
Condizioni di vita inumane
I bambini e le loro famiglie nei campi sono spesso in lotta per i beni primari: una coperta, un luogo asciutto dove dormire, cibo, acqua calda per fare il bagno e cure sanitarie. 
I bambini sono spogliati della loro dignità: molti sono sporchi, hanno eruzioni cutanee e problemi della pelle e non hanno quasi alcun momento per stare indisturbati.
Aumento dei comportamenti aggressivi

Una delle principali tendenze viste da tutti Save the Children lavora con i bambini nei campi delle isole è l’aumento dei comportamenti aggressivi tra i bambini.  Molti perdono la speranza di andarsene, diventano impazienti e aggressivi.
Abuso di alcool e droga

Save the Children ha visto bambini – in particolare quelli accompagnati dai genitori – fare uso di sostanze psicotrope e di alcol per far fronte alla miseria quotidiana.
Mancanza di sicurezza
A causa delle tensioni nei campi, molti bambini ed i loro genitori temono per la loro sicurezza. 
Bambini e ragazzi senza famiglia sonospesso presi di mira nei combattimenti e aggressioni perché privi di una rete di supporto per proteggerli. 
Purtroppo, la polizia raramente interviene in tali occasioni. Al contrario, risulta che la polizia abbia usato violenza non necessaria nei confronti dei rifugiati e dei migranti, compresi i bambini.
Crisi familiari
Il comportamento dei genitori e la loro incapacità di gestire lo stress di essere trattenuti nel lungo periodo sulle isole ha un forte impatto sui bambini, in particolare sui bambini più piccoli. I bambini sentono se il genitore non riesce ad affrontare le difficoltà o meno, con conseguenze dirette sul benessere fisico e mentale e sul rapporto tra genitore e figlio.
Traffico di esseri umani
Per molte persone che sono bloccate da ormai un anno l’attesa non è sopportabile. Cercano alternative per lasciare le isole e trarsi in salvo altrove in Europa. Si stanno rivolgendo a contrabbandieri e trafficanti quale unica via d’uscita. 
Questo crea grandi rischi per i bambini, in particolare i minori senza famiglia, che sono in pericolo di essere sfruttati e abusati dai trafficanti e contrabbandieri.

In allegato:

Leggi / scarica la sintesi del rapporto in inglese
Leggi / scarica il testo del rapporto originale “A Tide of Self-harm and Depression”  – Una marea di autolesionismo e depressione