Lo scorso 24 ottobre il Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con il Centro Studi Confronti, ha presentato il Dossier Statistico Immigrazione 2019 in oltre 20 città italiane, assicurando una copertura nazionale.
Il Dossier, prodotto annualmente, riporta un aggiornamento costante, rispetto a dati, prassi e politiche, riguardante i fenomeni migratori verso il nostro Paese, in riferimento alle presenze sul territorio, alle novità in termini di integrazione, pari opportunità, lavoro ed economia.
In questa edizione, diversi approfondimenti sono stati dedicati, in particolare, al tema della libertà religiosa. ”Il Dossier rileva anche un grave ritardo legislativo in materia di libertà religiosa, su cui servirebbe quanto prima una legge quadro, dal momento che il mondo così articolato e complesso delle nuove presenze religiose in Italia è regolamentato da una vetusta legislazione di epoca fascista”, spiega Claudio Paravati, direttore del Centro Studi Confronti, “ed è un ritardo grave che, oltre a ledere diritti fondamentali in materia di libertà religiosa, rallenta l’emersione pubblica di comunità di fede che potrebbero avere un ruolo importante sul piano delle politiche sociali, di integrazione e di contrasto al radicalismo”. Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, aggiunge: “L’uso strumentale della religione e dei suoi simboli, all’interno di comizi pubblici, in cui venivano branditi e baciati contro la presunta minaccia di un attacco identitario da parte dei migranti che professano altre religioni, ammanta la xenofobia e l’intolleranza razzista di un devozionismo ideologico che poco ha a che fare con lo spirito di accoglienza, condivisione, dialogo e fratellanza che connota ogni fede autentica”.
Per quanto riguarda i minorenni si segnalano due focus principali, riguardanti i minori stranieri non accompagnati (MSNA) e le seconde generazioni.
Rispetto ai MSNA è stato condiviso un aggiornamento relativo agli effetti delle c.d. politiche anti-migranti.
Il Dossier ribadisce le criticità già evidenziate dal Rapporto Piccoli Schiavi Invisibili 2019 di Save the Children, in materia di tratta e grave sfruttamento. Save the Children aveva sottolineato diverse criticità nei confronti delle categorie vulnerabili alla luce del Decreto Legge 113/2018 (c.d. Decreto Scurezza – convertito in Legge n. 132/2018), cui sarebbero pertanto andati incontro anche i minorenni e, in particolare, i minorenni prossimi al compimento della maggiore età. Le criticità, confermate nel Dossier, riguardano l’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, l’esclusione dei richiedenti asilo dal sistema di seconda accoglienza, l’invalidità del permesso di soggiorno per richiesta asilo ai fini dell’iscrizione sanitaria.
Inoltre, il Dossier sottolinea anche le gravi conseguenze del Decreto Legge n. 53/2019, ovvero il c.d. Decreto Sicurezza bis (convertito in Legge n. 77/2019), sulla corrente gestione dei flussi migratori, ivi compresi quelli dei MSNA. Ai sensi della normativa “il Ministro dell’Interno può limitare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nelle acque territoriali per motivi di ordine e sicurezza pubblica, o per non impedire il passaggio c.d. pregiudizievole” (art. 1). Si precisa inoltre che, in caso di violazione del suddetto divieto “si applica al comandante della nave la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 150.000 a euro 1.000.000” e che “è sempre disposta la confisca della nave utilizzata per commettere la violazione, procedendosi immediatamente a sequestro cautelare” (art. 2). Alla luce di un excursus sulle recenti operazioni di ricerca e soccorso in mare, a seguito delle quali i MSNA sono stati fatti sbarcare dopo diversi giorni, il Dossier conclude come venga così “rovesciato il principio sancito dal diritto internazionale secondo cui il superiore interesse del minore deve sempre prevalere sulle considerazioni inerenti il controllo dell’immigrazione” Rispetto alle seconde generazioni, il Dossier chiarisce come le dimensioni del fenomeno, per cui ad oggi sarebbero state registrate circa 1,1 milioni di persone di seconda generazione, rappresentino il portato di un’immigrazione familiare relativamente stabilizzata. In particolare le statistiche rilevano come la maggioranza del target risieda nelle regioni del Settentrione, dando atto della tendenza delle famiglie di origine straniera ad insediarsi nelle Regioni più prospere e suscettibili di offrire maggiori opportunità occupazionali. Tuttavia, a livello scolastico sono stati rilevati diverse difficoltà degli adolescenti che provengono da famiglie immigrate sulla base di precisi indicatori. In particolare:
– Ritardo scolastico: studenti italiani 10% – studenti stranieri 31% (a.a. 2016/2017).
– Abbandono scolastico dopo scuola dell’obbligo: studenti italiani 15% – studenti stranieri 35% (ultimo dato disponibili 2014).
– Scelta della scuola secondaria superiore: 49% studenti italiani frequenta liceo e 20% frequenta istituto tecnico – 27% studenti stranieri frequenta liceo e 35% istituto tecnico.
Inoltre, un ambito in cui è stato registrato significativo fermento da parte delle seconde generazioni è quello della partecipazione politica e della cittadinanza attiva, tanto da portare alla formazione del Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane (Conngi), di cui fanno parte oltre 30 associazioni interculturali. Infatti, il Conngi ha presentato il 2 e 3 maggio scorsi a Genova, in occasione dell’evento “Protagonisti! Le nuove generazioni italiane si raccontano”, un Manifesto programmatico che si è proposto l’obiettivo di contribuire alla definizione di politiche volte a garantire maggiori opportunità di inclusione e valorizzazione della pluralità identitaria e delle competenze dei giovani con background migratorio. E’ chiaro, come riconosciuto nel Dossier, che “la partecipazione associativa e politiche delle nuove generazioni di origine immigrata è un fattore di dinamismo della società italiana che sta lottando per conquistare uno spazio nella vita pubblica del Paese”.
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