“Difendere i diritti” è il nuovo rapporto di Save the Children ce illustra il lavoro, relativo all’anno appena trascorso, del programma di intervento legale dell’organizzazione sul territorio nazionale.
Nati dall’idea di assicurare a ogni minore l’accesso alla giustizia, fattore essenziale per contrastare le disuguaglianze economiche e realizzare una maggiore perequazione sociale, gli sportelli di orientamento legale garantiscono ai minorenni a rischio di marginalità sociale la possibilità di essere ascoltati, di acquisire maggiore consapevolezza dei propri diritti e degli strumenti per poterli far valere in via giudiziale e stragiudiziale.
Una rete di professionisti che supporta il minore. Al fine di promuovere una cultura della giustizia child friendly e un accesso ai diritti a misura di bambino, abbiamo adottato un approccio integrato creando una vera e propria comunità di pratica per la protezione legale dei diritti dei minori a rischio, all’interno della quale ciascun attore svolge il proprio ruolo in rete con gli altri professionisti.
Il servizio di orientamento, fornito dai 15 sportelli attivati sul territorio nazionale (più un servizio di consulenza on-line), è integrato nelle attività di Save the Children Italia ed è reso possibile grazie alla stretta collaborazione con i progetti Punti Luce, CivicoZero, Spazio mamme e Fiocchi in ospedale. In alcune città lo sportello di orientamento legale opera inoltre all’interno del Tribunale per i Minorenni, come nel caso di Reggio Calabria, dove è attivo un progetto sperimentale di partenariato tra istituzioni e rappresentanti della società civile, volto ad offrire un primo orientamento legale gratuito. Un analogo progetto dedicato ai minori stranieri non accompagnati è stato avviato anche presso il Tribunale per i Minorenni di Catania.
Nel corso degli anni, abbiamo stretto importanti partnership che permettono oggi di collaborare con Università e interlocutori privilegiati come la Scuola Superiore dell’Avvocatura e l’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia. In particolare, il coinvolgimento di alcuni atenei ha dato il via al programma delle cliniche legali, che contribuisce a consolidare il più ampio fine sociale delle istituzioni universitarie e a promuovere una nuova generazione di giuristi maggiormente orientati alla tutela sostanziale dei diritti dei minori.
I casi seguiti nel 2018. Nel corso del 2018, 11 consulenti, 19 volontari provenienti dal settore legale e 45 studenti universitari (quest’ultimi nell’ambito del programma delle Cliniche Legali) hanno seguito 625 casi per un totale di 1.415 beneficiari, italiani e stranieri in situazione di disagio economico e/o sociale. Il 44,6% di coloro che si sono rivolti al servizio di orientamento legale era minorenne o neo maggiorenne, mentre negli altri casi si è trattato degli adulti di riferimento (i genitori, i parenti, gli affidatari e i tutori).
I casi trattati riguardavano soprattutto questioni legate al diritto dell’immigrazione (45,3%), seguiti da problemi relativi all’accesso ai diritti economici, culturali e sociali come alloggio, utenze, scuola etc. (20,6%), da casi relativi il diritto di famiglia (24,7%) e, seppur in misura minore, anche casi afferenti la violenza domestica e abusi sui minori (3,5%).
Storie che raccontano un accesso ai diritti fondamentali che a volte diventa difficile, quasi impossibile, come quanto avvenuto nel corso della vicenda che ha coinvolto tre fratelli minorenni, abbandonati dal padre e orfani di madre, ai quali era di fatto impedita la frequenza scolastica o al bambino che abbiamo messo al riparo dai soprusi del padre nei confronti della madre.
Un impegno che continua. L’accesso diretto alla giustizia da parte dei bambini e adolescenti è ancora oggi ostacolato da diversi fattori che riguardano l’apparato giudiziario nel suo complesso e che sono connessi a questioni generali, quali: la mancanza di un sistema strutturato di servizi sociali per i minorenni collegato in maniera organica con il settore della giustizia minorile, la scarsa diffusione della figura dell’avvocato del minore in ambito civilistico e per la tutela dei diritti sociali, la mancata integrazione dei servizi a livello socio-sanitario e la non specializzazione dei giudici ordinari a contatto con i minorenni.
Per tutte queste ragioni chiediamo l’istituzione di un Tribunale Unico, autonomo e con competenze in ambito civile e penale per tutti i procedimenti che riguardino i minori, che tutti i magistrati che esercitano nell’ambito minorile, svolgano il loro esercizio in via esclusiva, preservando un approccio orientato alla protezione ed eventuale rieducazione del minore come obiettivo primario in ogni procedimento. E’ necessario prevedere la formazione obbligatoria e continuativa di tutti i professionisti che svolgono un ruolo nel sistema di giustizia minorile e garantire una giustizia minorile di prossimità mediante una dislocazione territoriale capillare degli uffici giudiziari e la predisposizione di sportelli per minori e famiglie presso i Tribunali, prevedere la legittimazione attiva dei minori per la protezione dei diritti sociali e assicurare la realizzazione di strutture e locali idonei all’ascolto del minore in tutte le sedi della giustizia,promuovendo appropriate tecniche d’ascolto.
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