Il Tribunale ordinario di Roma riconosce ai cittadini di Paesi terzi irregolari il diritto a ricevere il buono spesa.
Con il decreto 22 aprile 2020, il Tribunale ordinario di Roma ha riconosciuto anche ai cittadini originari di Paesi terzi e irregolarmente soggiornanti il diritto a percepire il buono spesa erogato dal Comune per acquistare i beni di prima necessità alla luce della corrente emergenza sanitaria.
La Corte si è pronunciata sul caso di una famiglia, composta da madre, padre e 3 figli minorenni, tutti senza permesso di soggiorno e senza residenza, pur essendo giunti e domiciliati nel Comune di Roma dalla fine del 2016.
Il Tribunale ha sottolineato come in tema di diritti fondamentali non siano ammesse discriminazioni. Il diritto al cibo rientra tra i diritti fondamentali.
Richiamandosi agli artt. 2 e 3 della Costituzione, che sanciscono rispettivamente la preesistenza dei diritti inviolabili dell’uomo all’ordinamento riconoscente e il principio di eguaglianza formale e sostanziale, il Giudice ha riconosciuto la valenza dei diritti fondamentali non solo limitatamente ai cittadini, ma anche nei confronti dello straniero, sia esso regolarmente o irregolarmente soggiornante.
Nel caso di specie, la Corte ha riconosciuto il diritto della famiglia straniera a ricevere i buoni spesa, pur essendo i suoi membri privi di un titolo di soggiorno che rendesse regolare la loro posizione sul territorio italiano. E’ importante sottolineare che nella decisione si fa esplicito riferimento anche alle norme nazionali ed internazionali a tutela dei minori, prima tra tutte l’art. 27 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, specificando che nel caso esaminato negare il buono spesa al nucleo familiare del ricorrente equivarrebbe, quindi, a negare un diritto fondamentale anche ai tre figli minori in ragione della condizione irregolare dei genitori, attualmente privi del permesso di soggiorno.
Da tale decisione consegue che lo straniero, anche ove fosse irregolarmente soggiornante, gode di tutti i diritti fondamentali della persona umana, poiché il diverso trattamento deve essere giustificato da ragioni serie e non deve, comunque, violare quel nucleo di diritti fondamentali che vengono definiti “inviolabili”.
Il buono spesa è stato istituito nell’emergenza sanitaria proprio al fine di garantire alle persone vulnerabili la possibilità di soddisfare un bisogno primario.
Di fatto, si tratta di una misura emergenziale introdotta per tutelare un diritto fondamentale, quale il diritto al cibo.
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