“Scuole sicure per tutti: serve una legge!”.

Chiara la solerzia con cui, lo scorso 2 aprile, veniva richiesta l’adozione di una legge in tema di sicurezza scolastica da parte di Save the Children e Cittadinanzattiva, che in quell’occasione avevano presentato alla Camera dei deputati un Manifesto in 9 punti per una proposta di legge.

Obiettivo ultimo? Superare l’attuale frammentazione normativa e garantire a studenti, personale docente e non docente spazi sicuri e protetti dove poter apprendere o lavorare senza rischiare la propria vita.

Punto di partenza? Riconoscere la sicurezza scolastica quale diritto da tutelare e garantire.

Del resto, cita il Manifesto, “andare a scuola è un diritto è un obbligo. Le scuole devono essere un luogo sicuro”.

E’ quanto è stato fatto il 24 ottobre.

Dopo soli sette mesi, è stata depositata, a prima firma di Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, la proposta di legge in materia di sicurezza scolastica.

Proposta di legge frutto del lavoro di un’alleanza parlamentare che ha riunito tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione. I 9 punti del Manifesto sono stati ripresentati ed esplicitati nei 13 articoli in cui è stata sviluppata la proposta.

Nel dettaglio:

  1. Il diritto di bambini, insegnanti e personale non docente alla sicurezza scolastica (art. 1);
  2. Il diritto di famiglie, insegnanti, personale non docente e studenti a una piena informazione (artt. 2-7);
  3. La partecipazione civica alla sicurezza scolastica (art. 11);
  4. Una definizione chiara delle responsabilità delle istituzioni competenti (art. 3-4-5-6);
  5. Un supporto tecnico permanente agli enti locali (art. 8);
  6. L’unificazione dei fondi sulla sicurezza scolastica (art. 9);
  7. La cultura della prevenzione come obiettivo formativo (art. 10);
  8. Il sostegno ai bambini e agli adolescenti coinvolti nelle emergenze (art. 12);
  9. Il patrocinio alle spese dello Stato (art. 13).

Se, da un lato, nei capi da I a IV, si sostanzia il superamento della frammentarietà normativa che disciplina oggi la materia, dall’altro, nel capo V, si intende introdurre misure di supporto e sostegno alle vittime qualora si verifichino episodi emergenziali.

Del resto, i dati ci ricordano che sono circa 4 milioni e mezzo gli studenti tra i 6 e i 16 anni che vivono in provincie totalmente o parzialmente rientranti in aree con una pericolosità sismica alta o medio alta.

E ci rammentano anche come, nell’anno scolastico 2018/2019, siano stati riferiti dai media quasi 50 crolli degli edifici scolastici, registrando un trend allarmante di un crollo ogni 3 giorni…