E’ necessario fare di più per prevenire la tratta e lo sfruttamento dei minori stranieri non accompagnati.

Lo scorso 25 gennaio il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) ha pubblicato il suo secondo rapporto relativo all’implementazione, da parte del nostro paese, della Convenzione europea sulla lotta contro la tratta di esseri umani entrata in vigore il 1 febbraio del 2008.

In particolare, il GRETA ha esaminato l’evoluzione delle misure volte alla tutela delle persone vulnerabili dopo la pubblicazione della prima relazione nel 2014, valutando gli sviluppi della legislazione nazionale e l’effettiva attuazione della Convenzione.

Interventi legislativi incoraggianti. Il gruppo di studio accoglie con plauso gli interventi operati dalle autorità italiane in tema di tratta tra cui il “Piano d’azione nazionale contro la tratta di essere umani”, che ha recepito molte delle raccomandazioni espressa da Save the Children e a cui sono state allegate le Procedure Operative Standard sviluppate dall’organizzazione per l’identificazione e il supporto dei minori vittime o a rischio di tratta.

Ancora, il GRETA sottolinea l’importanza di interventi quali il “Programma unico di emersione, assistenza e integrazione sociale” nonché l’adozione delle “Linee guida per l’identificazione delle vittime di tratta tra i richiedenti asilo”.

La relazione pone in particolare l’accento sulle novità introdotte dal legislatore italiano con la nuova Legge 47/2017, fortemente sostenuta da Save the Children. Il rapporto si sofferma sulle misure in favore dei minori stranieri non accompagnati vittime di tratta disciplinate all’art. 17, che prevede l’istituzione di programmi specifici di assistenza anche oltre i 18 anni, e l’introduzione di un fondo annuale per tutti i minori che chiedono il risarcimento del danno per essere stati vittima di reato. Il GRETA loda inoltre il ridimensionamento del periodo di permanenza massimo dei minori stranieri non accompagnati nei centri di prima accoglienza (da 60 a 30 giorni), la compiuta procedimentalizzazione dell’accertamento dell’età, il rafforzamento dell’accesso ai diritti fondamentali quali l’istruzione o le cure mediche, e l’istituzione della figura del tutore volontario. Relativamente a tale istituto il GRETA elogia gli strumenti pratici messi in campo da Save the Children della “Guida per i tutori dei minori stranieri non accompagnati” e della HelpLine.

A fronte di tali interventi positivi, il GRETA ha evidenziato tuttavia l’importanza di alcune azioni urgenti da intraprendere soprattutto con riguardo ai minori, che oggi rappresentano una percentuale significativa delle vittime di tratta e che troppo spesso si rendono irreperibili.

I minori stranieri sfruttati. Citando il rapporto “Piccoli schiavi invisibili” pubblicato da Save the Children nel luglio del 2018 – il GRETA ha sottolineato infatti che la maggior parte dei minori stranieri non accompagnati è già stata sfruttata durante il viaggio.

Una volta giunti nel nostro paese, i minori stranieri non accompagnati tendono poi ad allontanarsi nel giro di pochi giorni dalle strutture di prima accoglienza restando nuovamente intrappolati nella rete della tratta per procurarsi il denaro necessario a ripagare il debito contratto per raggiungere l’Italia o i propri familiari in un altro paese o, ancora, per inviarlo alle famiglie lontane. I dati relativi ai minori scomparsi nel nostro paese sono allarmanti. Durante il biennio 2016-2017 il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse ha quantificato in 18.721 i minori stranieri scomparsi e ancora da rintracciare. I numeri provenienti dal Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali parlano di 5.828 minori che hanno lasciato i centri di accoglienza nel 2017 e di 5.229 nel 2018.

In merito al loro allontanamento dai centri il GRETA esprime forte preoccupazione soprattutto perché avviene quasi sempre a pochissimi giorni dall’ingresso nelle strutture di prima accoglienza. Ciò rende di fatto difficile identificare i minori potenziali vittime di tratta e le loro singole vulnerabilità e bisogni.

Delle gravi criticità si riscontrano anche nell’identificazione delle vittime tra coloro che decidono invece di restare nei centri senza allontanarsi. Nonostante ci siano stati dei miglioramenti per l’identificazione delle vittime di tratta nella prima fase di arrivo, solo pochi vengono identificati ufficialmente come vittime. La grande maggioranza di loro resta fuori dal sistema ufficiale di protezione. In tal senso, significativo è l’aumento dei richiedenti asilo a cui non è corrisposto tuttavia un incremento dei minori stranieri non accompagnati identificati vittime di sfruttamento.

Raccomandazioni e azioni urgenti da intraprendere.  Per quanto appena detto si rende necessaria in primo luogo un’accurata operazione di monitoraggio. Nel citare, tra gli altri, il lavoro costante che Save the Children svolge periodicamente di pubblicazione di rapporti di aggiornamento sui minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia, GRETA sottolinea infatti l’importanza della raccolta dei dati. Nel rapporto si esortano le autorità italiane a sviluppare e a mantenere un sistema preciso di raccolta delle informazioni anche al fine di una migliore valutazione delle politiche da adottare e delle azioni da intraprendere.

Il GRETA richiama le autorità a maggiori sforzi che possano, da una parte, prevenire la scomparsa dei minori stranieri non accompagnati, e dall’altra, impedire che rimangano intrappolati nella tratta.

Per perseguire tali obiettivi, si chiede di incrementare gli sforzi per sensibilizzare l’opinione pubblica e di formare i professionisti che operano nei servizi ai minori.

Per evitare la fuga dei minori stranieri non accompagnati dal territorio, le autorità dovrebbero sviluppare in primis sistemi efficaci per il rintraccio dei familiari residenti in altri paesi europei. Ciò ridurrebbe il numero dei minori stranieri non accompagnati che si allontanano dai centri per raggiungere in modo autonomo i propri familiari.

E’ inoltre necessaria la disponibilità di un numero adeguato di alloggi sicuri in modo che i minori non siano esposti ai rischi della tratta in quanto la loro accoglienza in centri affollati aumenta il rischio di cadere nello sfruttamento.

Il gruppo di esperti chiede inoltre l’adozione di alcune misure concrete quale l’adozione di un meccanismo condiviso di referral nazionale che coinvolga specialisti dell’infanzia che assicurino che il superiore interesse del minore venga sempre garantito in ogni procedimento che lo riguardi affinché possa avere accesso a tutte le misure assistenziali garantite dalla Convenzione.