Il rapporto di ricerca “Giustizia minorile e giovani adulti” evidenzia un aumento della presenza di giovani adulti, soggetti di età compresa tra i 18-25 anni, negli istituti penali e nei servizi sociali per i minorenni.
Le persone sotto i 21 anni in carico ai servizi della giustizia minorile al 1° gennaio 2012 sono 13.500. Di questi, i giovani adulti (18-21 anni) rappresentano il 61% (più di 8.000), per oltre il 50% presi in carico prima del compimento dei 18 anni.
Tra quelli presenti negli istituti penali per minorenni (1.252), i giovani adulti rappresentano il 26%, mentre erano il 23% nel 2009 e il 16% nel 2008. Dal punto di vista anagrafico, si tratta per il 61% di maschi italiani, per il 30% di maschi stranieri, per l’1% di femmine italiane e per il 7% di femmine straniere.
La presenza media giornaliera nel 2012 è stata di 241 minorenni e 2.267 giovani adulti. Il 67% dei giovani adulti è in custodia cautelare, a fronte del 18% dei minorenni. I reati più frequenti sono i furti (26%), le lesioni volontarie (14%), le rapine (11%) e gli stupefacenti (8%).
Dalla ricerca è emerso che la presenza di giovani adulti nelle strutture minorili sta diventando un fenomeno strutturale, che richiede un impegno maggiore e una formazione ad hoc per gli operatori. Pur considerando quasi sempre la diversità dei bisogni e delle aspettative delle due componenti, l’impostazione tipica del contesto minorile è quella di basarsi sul progetto educativo individualizzato, che non discrimina i soggetti né per età, né per sesso, né per nazionalità.
Si conferma la validità della permanenza dei giovani adulti nelle strutture per minorenni fino alla fine della pena, per non tradire il principio della devianza come fenomeno reversibile e affrontabile nella misura in cui il lavoro sulla personalità e sulle esigenze educative del ragazzo prevalga sulla funzione meramente restrittiva della sanzione, anche a fronte del fenomeno dell’adolescenza protratta e dell’acutizzarsi delle difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e di acquisizione di una reale autonomia. In tale scenario, il diciottesimo anno di età non costituisce un limite reale per il passaggio allo stato adulto, per il quale occorre più tempo e più formazione.
La ricerca «Giustizia e giovani adulti» è stata realizzata dal Censis, con la collaborazione della Fondazione Don Luigi Di Liegro, per conto del Dipartimento per la Giustizia Minorile-Ufficio Studi, ricerche e attività internazionali.
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