Sono ancora 260.000 i ragazzi e le ragazze (il 5,2% del totale nella fascia di età 7-15 anni) “costretti” a lavorare già giovanissimi, a causa delle condizioni familiari, di un rapporto con la scuola che non funziona o per far fronte da soli ai loro bisogni.

Una ricerca che Save the Children ha realizzato con la Fondazione Trentin ha coinvolto i ragazzi che vivono in alcune aree urbane critiche. Sono ben 30.000 i minori tra i 14 e i 15 anni a rischio di sfruttamento, di cui quasi la metà femmine (46%). 
Si tratta di ragazzi e ragazze che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza o integrità morale, lavorando di notte o in modo continuativo, con il rischio reale di compromettere gli studi, non avendo neppure un piccolo spazio per il divertimento o il riposo necessario.
Per contrastare efficacemente il fenomeno è necessario un Piano Nazionale sul Lavoro Minorile, con un sistema di monitoraggio regolare e misure di prevenzione e contrasto del lavoro illegale, e in particolare delle peggiori forme di lavoro minorile. 
Tra i possibili interventi, Save the Children ha proposto, ad esempio, di includere l’estensione a tutte le famiglie dei minori in povertà dei benefici della Carta Acquisti appena varata in via sperimentale dal Governo, facendo sì che i percorsi di inclusione sociale abbinati alla Carta prevedano anche la frequenza scolastica e la prevenzione del lavoro minorile. 
Per i ragazzi che vivono in aree ad alta densità criminale, spesso collegata allo sfruttamento del lavoro minorile, proponiamo di promuovere “aree ad alta densità educativa”, basate sull’offerta attiva di opportunità e spazi qualificati per i più giovani, a scuola e sul territorio.
Scarica e leggi la ricerca GAME OVER – indagine sul lavoro minorile in Italia