Il Forum Disuguaglianze e Diversità dopo una consultazione ed un lavoro che ha riunito un centinaio di esperti di vari settori ha elaborato 15 proposte per ridurre le disuguaglianze e aumentare la giustizia sociale.
Un sito ricchissimo di materiali illustra tutte le proposte e fornisce risorse e informazioni per capire i fondamenti teorici e i ragionamenti da cui ciascuna ha avuto origine.
Ma di cosa parliamo quando parliamo di Disuguaglianze? Come ha spiegato all’inizio dell’evento di presentazione delle 15 proposte Fabrizio Barca, promotore del Forum DD, la forbice tra ceti deboli e ceti forti si è allargata in questi ultimi 20-30 anni. Ma le disuguaglianze che le proposte vogliono affrontare e ridurre non sono solo di natura economica, sono anche quelle nella qualità e nell’accesso ai servizi fondamentali e alla ricchezza comune, sono anche disuguaglianze nel riconoscimento del valore di ognuno e disuguaglianze ambientali e di salute. L’idea del “non c’è alternativa al divario sociale” nei nostri sistemi capitalistici e l’assenza di un disegno di emancipazione dei ceti deboli rischiano sempre più di condurre verso dinamiche dai tratti autoritari. Ma le disuguaglianze devono essere ridotte, come ha insegnato Tony Atkinson, l’economista da poco scomparso a cui il Forum si è sempre ispirato, perché è giusto, secondo criteri di etica pubblica. Le enormi disuguaglianze che osserviamo oggi non sono un fenomeno ineluttabile ma il frutto di scelte precise e di una svolta (neoliberista) nella politica e nelle politiche economiche intervenuta 30 anni fa. Per riuscire a mitigare le disuguaglianze servono azioni collettive e pubbliche di inversione netta della tendenza, per modificare i meccanismi stessi di formazione delle disuguaglianze, cioè interventi pre-distributivi che intervengano a monte dei processi distributivi del nostro sistema economico e sociale. Occorre innanzitutto ripensare la governance del sistema produttivo, anche riprendendo strumenti redistributivi accantonati. Poi è importante guardare avanti e affrontare e rimodulare gli effetti e le potenzialità dell’innovazione tecnologica e della trasformazione digitale.
Per questo le prime 11 proposte formulate si concentrano su interventi che consentano al cambiamento tecnologico di accrescere la giustizia sociale, in termini anche di sovranità collettiva sui dati personali, la giustizia ambientale e l’efficienza della pubblica amministrazione. Altre due proposte mirano a dare al lavoro più dignità e più forza e le ultime due proposte hanno come obiettivo garantire un passaggio generazionale più equo nella distribuzione della ricchezza.
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